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Il club le ha donato la maglia numero 5 come i Festival che ha presentato, dove l’appenderà?
—«Con le maglie del Triplete di Milito, Eto’o e Julio Cesar».
Che cosa risponde a chi dice che è l’anno dell’Inter?
—«Che è una grande gufata».
Ha sentito Simone Inzaghi?
—«Prima del Festival, ho sempre creduto in lui sin dai tempi della Lazio perché è intelligente, sa assemblare bene i giocatori».
Cosa teme della Juve?
—«Storicamente dobbiamo stare sempre attenti ai bianconeri, tenerli lontano».
E il Milan?
—«È discontinuo, un’altalena di belle partite e difficoltà, ma il ritorno di Ibra e della sua mentalità è un bel valore aggiunto».
Ora torna la Champions: come vive la sfida con l’Atletico?
—«L’Inter è determinata e può giocarsela con qualsiasi squadra, la finale dell’anno scorso ci ha trasmesso consapevolezza. L’Atletico ha la “garra” e i giocatori sono devoti a Simeone, ma l’Inter è più forte tecnicamente: sarà davvero una bella sfida».
È vero che al Festival si è portato le mutande nerazzurre?
—«Certo – ride – ne ho comprate uno stock, non per scaramanzia, le indosso non solo durante il Festival, ma anche adesso! Ho anche il beauty nerazzurro...».
Lei e Fiorello scendete in campo: in quali ruoli?
—«Io regista, lui va in gol: io Calhanoglu, lui Thuram».
Dopo una settimana così piena cos’altro può desiderare?
—«La seconda stella».
Se l’Inter fosse una canzone quale sarebbe?
—«Ce ne sono tante... forse “Vai!” di Alfa: vai verso la seconda stella, sarebbe magnifico».
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