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Noel Gallagher, grande tifoso del City, aveva sentenziato: «Se dovessi incontrare un’italiana in finale preferirei l’Inter perché non sono molto bravi». Che cosa risponde?
—«Anch’io speravo di incontrare il City!».
Inzaghi sembrava in bilico, lei ha sempre creduto in lui…
—«È il destino di ogni allenatore essere amato e contestato, il primo indiziato nelle sconfitte. Certo, il rammarico per l’anno scorso rimane, lo scudetto l’abbiamo perso noi, ma tra le coppe, l’accesso alla Champions e questa finale il suo lavoro è stato ottimo. È bravissimo nelle partite secche, ha inventato Darmian terzino, ha messo in luce Acerbi, ha creduto in Mkhitaryan, ha tante qualità, giusto confermarlo».
Suo figlio si chiama José in omaggio a Mourinho: se ne arrivasse un altro lo chiamerebbe Simone?
—(Scoppia a ridere) «Penso che mi fermerò a due figli. Certo, Simone è un bel nome...».
E veniamo alla partitissima: se le dico Haaland?
—«Mi preoccupa di più De Bruyne, ma soprattutto il loro controllo totale della palla: l’Inter avrà poche occasioni e non dovrà sprecarle. Secondo me la sfida si vince a centrocampo, adatta per Calha, ma tutti dovranno giocare la partita perfetta, mi aspetto il solito Barella, Darmian sarà fondamentale».
Lautaro è da Pallone d’Oro?
—«Se vince la Champions, sì».
Partirebbe con Lukaku o con Dzeko?
—«Con Lukaku perché è potente, se è in forma tiene due difensori; poi gestirei la partita con Dzeko che ha maggior possesso palla e aiuta di più a centrocampo. Ma sono solo uno dei 50 milioni di italiani che si sentono allenatori, può darsi che Inzaghi parta con Dzeko e il bosniaco segni al 1’...».
Non succede, ma se succede, dopo Cristiano Ronaldo e Ibra, porterebbe un giocatore nerazzurro a Sanremo?
—«Ah, se succede li porterei tutti! Però il Festival è troppo lontano – scherza – lo farei anticipare a settembre!».
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