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Repubblica – L’amaro destino di chi fa i Conte troppo presto. E se Inzaghi…

Gianni Pampinella

Un anno fa Antonio Conte guidava l'Inter. Giuseppe Conte, invece, guidava il Governo italiano. Un anno dopo la loro situazione è cambiata

Un anno fa di questi tempi Antonio Conte guidava l'Inter verso il secondo posto in campionato e la semifinale di Europa League. Giuseppe Conte, invece, guidava il Governo italiano. Dalle colonne di Repubblica, Gabriele Romagnoli confronta la situazione dei due Conte a un anno di distanza.

"I Conte non tornano. È un’estate indecifrabile per entrambi: giocano a tennis, guardano l’Olimpiade alla tv, rilasciano vaghe interviste, aspettano un futuro che viaggia in ritardo e scoprono un’amara verità: il tuo posto nella storia lo decide l’esito del successore. Solo un anno fa i due Conte (Antonio e Giuseppe, in ordine alfabetico) sedevano al centro delle cose: a palazzo Chigi e sulla panchina della squadra che avrebbe vinto lo scudetto".

"L’omonimia dei destini li ha portati lontano da tutto. Conte produce momenti di sfrenata esultanza, ma sottovaluta le capacità di quelli che verranno dopo di lui. Allegri alla Juventus, Mancini in Nazionale. Lui tre, l’altro cinque. Lui fino ai quarti, l’altro fino in fondo. E se Inzaghi desse la stessa soddisfazione all’Inter o addirittura le facesse fare un bel viaggio in Europa? Che cosa resterà dell’altro Conte se Draghi avrà la fortuna (poi la chiameranno merito) di essere l’uomo che annuncia il giorno senza vittime e l’arrivo dei fondi per la rinascita? La schizo-cronaca estiva è impietosa. In un mondo dove i più s’incollano al posto, fa simpatia il Conte che se ne va sempre troppo presto, ma quello campione avrebbe dovuto difendere il titolo".

(Repubblica)