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Due leader come Leao e Theo Hernandez fin qui hanno deluso, anche negli atteggiamenti.
"Ci sono momenti in cui serve forza interiore per ribellarsi alle avversità. Questa forza fin qui si è vista poco. Domenica avranno l'opportunità per invertire la tendenza".
Cosa è mancato al Milan fin qui?
"Equilibrio e atteggiamento. Un'idea chiara di come attaccare e difendere, di come stare in campo, dall'inizio al 90'. Nei primi minuti col Liverpool ha dimostrato di cosa è capace quando attacca: penso a Pulisic, Loftus-Cheek, Reijnders. La squadra è stata costruita bene, i giocatori ci sono. Bisogna dare loro un po' di autostima, anche".
La chiave tattica sarà a centrocampo, come negli ultimi derby?
"Più che l'aspetto tattico, stavolta conterà parecchio la situazione di cui parlavamo prima: il Milan deve dare una risposta di squadra, di cattiveria, di compattezza, di unità".
L'Inter ha impressionato anche in casa del City. Guardiola dice che può vincere la Champions.
"Se la può giocare, sicuro. Oggi l'Inter non ha più nessun complesso di inferiorità. E questo fa la differenza. Negli anni Simone Inzaghi è cresciuto moltissimo, tatticamente e non solo: all'inizio della carriera non mi sembrava volesse sperimentare, invece oggi la sua squadra ha un'enorme varietà di giocate, ma sempre con equilibrio. E poi ha grande abilità nella gestione dei giocatori, è entrato nella loro testa. Ma la sua principale qualità è che continua a migliorare".
Da ex centrocampista: il reparto di mezzo è il vero segreto dell'Inter?
"Penso a Barella: oggi è un top player internazionale".
Lautaro non attraversa una fase brillante. Un piccolo vantaggio per il Milan?
"Fossi in un giocatore del Milan, ci spererei ma non ci conterei".
Cosa hanno detto queste prime quattro giornate?
"Che l'Inter è rimasta la più forte. La griglia di partenza è stata rispettata, fin qui. Taremi e Zielinski hanno migliorato la rosa. Il divario con le inseguitrici è rimasto".
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