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Ambrosini: “Entusiasmo post Barça? Può essere pericoloso. Se vinciamo…”

Francesco Parrone

Il capitano rossonero Massimo Ambrosini con già 25 derby alle spalle, dalle pagine del Corriere della Sera parla di quello tanto atteso che si disputerà domani.  Sarà un derby in panchina. «Non ne ho la minima idea. Io non avrei problemi a...

Il capitano rossonero Massimo Ambrosini con già 25 derby alle spalle, dalle pagine delCorriere della Seraparla di quello tanto atteso che si disputerà domani. 

Sarà un derby in panchina. «Non ne ho la minima idea. Io non avrei problemi a giocare anche domani».

Qual è il vostro stato d’animo dopo l’impresa con il Barcellona? «Prima avevamo poco da perdere, ora invece abbiamo tantoda perdere perché i ruoli si sono ribaltati. Non possiamo nasconderci, anche se abbiamo poco più del 50 per cento di possibilità di passare il turno. E l’attesa della partita di ritorno non mi permette di gioire per questa vittoria, tutti i discorsi restano in sospeso. Ricordiamoci che in una finale di Coppa dei campioni avevamo chiuso il primo tempo 3-0 ed eravamo la squadra più forte del mondo».

Quella di mercoledì è stata la più grande partita europea del suo Milan? «No. È stata il 3-0 al Manchester United. Lì abbiamo giocato a pallone, qui ci siamo adattati anche un po’ troppo a quello che ha fatto il Barça».

Ci sarà il tempo tecnico per ricaricare le pile in vista del derby? «Bella domanda. Sarà un banco di prova importante da un punto di vista mentale. Vediamo se siamo abbastanza maturi da trasformare l’entusiasmo in forza».

Chi, tra voi e l’Inter, arriva meglio a questa sfida? «La vittoria sul Barcellona ci ha dato grande entusiasmo ma a volte l’entusiasmo può essere pericoloso. A pensarci bene non saprei in quali condizioni sia meglio arrivare al derby».

Il punto di forza dell’Inter? «Guarin».

E il punto debole del Milan? «Dobbiamo imparare ad avere continuità di rendimento. Cosa che si ottiene con il tempo».

Quanto quoterebbe un suo gol? «Il mio primo gol in serie A l’ho segnato proprio all’Inter quando giocavo a Vicenza. Paghereitanto per riuscire a fare un gol domani. Sarebbe la chiusura del cerchio».

Anche lei dopo 7 punti nelle prime 8 partite ha temuto il peggio? «Se le dicessi che non c’era preoccupazione non sarei onesto. In quei frangenti è stata veramente in gamba la società»

Quando vi siete resi conto di essere diventati per davvero una squadra? «A Napoli. Al di là del risultato».

A suo giudizio chi è l’uomo derby dell’Inter? «Stankovic. Ci ha segnato un sacco di volte».

E il nerazzurro più fastidioso in campo? «Kily Gonzalez. Ci ho battibeccato un paio di volte».

L’interista che inviterebbe a cena? «Zanetti. Vorrei chiedergli come cavolo fa a correre ancora così alla sua età».

Come spiega i veleni di Cassano contro di voi? «Premesso che con lui ho avuto un buon rapporto, è evidente che nella sua testa non era felice. Quindi doveva trovare qualcosa per giustificare il cambiamento. Comunque Antonio sa di avere buoni ricordi del Milan».

Consigli di derby per Balotelli? «Ci sarà sicuramente tensione. Lui, che è abituato a essere sotto i riflettori, dovrà essere moltobravo. Sarà una partita speciale ma lo vedo molto tranquillo».

Differenze nello spogliatoio tra Cassano e Balotelli? «Balotelli è più silenzioso, Cassano è più scenografico. Mario è ancora ingenuo, l’età conta».

Qual è il derby che rimarrà per sempre nella sua memoria? «Quello del 13 maggio 2003, semifinale di ritorno della Coppa dei campioni. Facendo 1-1 arrivammo alla finale di Manchester. La tensione che c’era in quei due derby... Fortuna che si sono giocati in sei giorni, altrimenti mica ce l’avremmo fatta ad arrivare fino in fondo».

Dopo il 2-0 al Barcellona il presidente Berlusconi è entrato in una fase di euforia agonistica. Ora punta allo scudetto e allaChampions. «Lo scudetto non si può vincere. Le distanze e le squadre da superare sono troppe. Quanto alla Champions aggiorniamoci a dopo Barcellona».

Ha già messo a fuoco il suo futuro? «Mi piacerebbe giocare. La politica della società la conosciamo tutti, vediamo...».

E se non le dovessero rinnovare il contratto dopo le sue 17 stagioni in rossonero? «Se me ne andassi dal Milan sicuramente non rimarrei in Italia».

Massimo, in caso di vittoria domani sera con che canzone le piacerebbe fare festa? «Ormai Muntari si è impossessato dello stereo a Milanello e ci martella con la musica r’n’b, una sorta di rhythm and blues in chiave afro. Siccome a me non piace, se vinciamo il derby gli butto via l’attrezzatura e metto a tutto volume ‘‘Born to run’’ di Bruce Springsteen».