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«Sì, le milanesi sono tornate a dire la loro in maniera importante, in Italia e in Europa. Ma serve rispetto per Napoli e Lazio».
Per Inzaghi l’obiettivo stagionale dichiarato è «la seconda stella». Per Pioli «provare a vincere qualcosa». Meglio la chiarezza o la prudenza, nella comunicazione?
«Simone è cresciuto nella consapevolezza, lui e la sua Inter non temono il ruolo di favoriti. Il Milan ha grandi ambizioni, ma sta affrontando un’avventura in parte nuova».
Il derby di Milano è il più bello del mondo?
«Dico sì, ma sono di parte. Il bello è che resta una partita, non porta scorie. A Roma è diverso, la troppa tensione toglie qualcosa alla bellezza del gioco».
Se Inter e Milan avranno ciascuno il proprio stadio, il derby guadagnerà fascino o ne perderà?
«Rinunciare a San Siro è un male obbligatorio. I nuovi stadi sono un’esigenza per le società. Ma il fascino di quel che è successo in quello stadio sarà irreplicabile, la sfida ne perderà».
Il derby che ti ha fatto più godere?
«Il ritorno della semifinale di Champions del 2003, senza dubbio».
Quello che l’ha fatta più soffrire?
«Ne ho persi parecchi. Il peggiore, il 4-0 contro Mourinho».
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