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Intervenuto ai microfoni di Radio Serie A, Massimo Ambrosini è tornato sul suo addio al Milan. "C’è stata una gestione poco attenta. E’ giusto che loro pensassero ad altro, io avevo 37 anni, ma era anche giusto che lo comunicassero in maniera diversa e forse se ne sono resi conto. E anche il dopo... poteva essere data un'importanza superiore a quella che mi è stata data. A me l’hanno comunicato in due momenti: vinciamo a Siena e ci qualifichiamo in Champions League, il giorno dopo vado in vacanza e chiamo Adriano Galliani e per me non era concepibile che io lasciassi il Milan".
"Poi mi ha detto che c’era Bryan Cristante che stava giocando di più. Dopo due settimane di sì e di no, ero in riva al mare a Pesaro e mi è arriva la chiamata dello stesso Galliani che mi disse “Guarda Massimo …”. Ero tristissimo, ho finito a 492 presenze e il mio sogno era quello di arrivare a 500, ma non era tanto quello, io non mi vedevo altrove".
L'ex centrocampista ha ricordato anche l'episodio dello striscione contro l'Inter esposto durante la parata per la conquista della Champions League 2007: "Sì, fu un errore. Però ormai è abbastanza passato. E comunque l'ho pagato quell'errore, molto...".
(Calciomercato.com)
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