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Anastasi: “Nell’Inter mi piace Perisic. La Juve non sta giocando bene, ma stasera…”

L'ex attaccante di Inter e Juve ha parlato della delicata sfida di questa sera

Andrea Della Sala

A guardare la partita di questa sera ci sarà anche un ex attaccante di Juve e Inter, Pietro Anastasi. L'ex calciatore, intervistato dal Corriere dello Sport, ha parlato del derby d'Italia:

Come vede Juventus-Inter di oggi?

«Non è che la Juventus stia giocando molto bene in questo periodo, però l’importante, oggi, è fare punti. Per il gioco c’è tempo più avanti, no? E’ una partita in cui la Juve ha la possibilità di tornare in testa alla classica, anche se è un campionato molto aperto, con almeno quattro squadre di vertice. Però, visti i risultati che ha fatto sempre la Juventus a Torino, penso che scommetterei sulla vittoria dei bianconeri».

Chi è il giocatore che le piacerà di più vedere in campo?

«Nell’Inter un giocatore che mi piace molto è Perisic. Nella Juve mi piace Dybala quando fa il Dybala vero, non quello di queste settimane». 

Chi è stato l’allenatore più importante della sua vita? Quello che le ha insegnato di più?

«Insegnare mi hanno insegnato un po’ tutti. A diciotto anni il primo è stato Arcari IV, qui a Varese. Quando sono arrivato dalla Sicilia, giovane e spaesato, è stato quello che mi consigliava, mi guidava. Più che un allenatore era un padre di famiglia. Proteggeva i più piccoli. Poi c’è stato il povero Picchi. Con Picchi avevo giocato, a Varese».

Come era Picchi?

«Grande personalità, grande grinta, grande rispetto della persona. E gran carattere. Quando diventò allenatore della Juve fu presentato ad Agnelli, a Villar Perosa. Picchi parlava e l’Avvocato leggeva il giornale. Il povero Picchi allora smise di parlare e Agnelli gli disse sorpreso: “Perché ha interrotto?”. E Picchi: “Se non mi presta attenzione, io non parlo”. Questo era l’allenatore e l’uomo Armando Picchi».

Si ricorda come sapeste della sua malattia?

«Lo avevamo capito, nello spogliatoio. Si assentava spesso. C’era la moglie che andava a trovarlo a Milano. Sapevamo che non stava bene e poi ci hanno detto che non poteva più venire ad allenarci. Tutto fu rapido e terribile».

Chi è stato lo stopper avversario che le dava più fastidio?

«Burgnich, sicuramente. Il più rognoso, ma ce la siamo cavata ambedue. Vincevo un po’ io, un po’ lui. Però devo dire che la prima partita che ho fatto contro l’Inter a San Siro abbiamo vinto 2 a 1 e ho fatto due gol. Quel giorno ho vinto io».

Come si è trovato all’Inter?

«Mi sono trovato bene. Certamente come organizzazione, dalla Juve all’Inter, c’era molta differenza. La Juve cento e l’Inter settanta. Come organizzazione, come tutto. Con la squadra mi sono trovato bene, con i compagni, molto bene, non abbiamo vinto niente se non una Coppa Italia. Ma sono stato solo due anni, è già qualcosa».

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