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Carlo Ancelotti oggi è l’allenatore più invidiato del pianeta. Pastore, Lavezzi, Menez, Thiago Motta, Thiago Silva, adesso Ibra. Questo è il Psg, in un'intervista a Repubblica l'allenatore reggiano confida le sue aspettative per la nuova stagione: «I più bravi ce li ho tutti io...».Non è tempo di tornare in Italia...«Ne avevo parlato con Bruno Conti, ora mi sembra un po’ più difficile. Di sicuro se torno in Italia, non ho tante soluzioni. Alla Juve ci sono già stato, mi sembra impensabile che possa finire a Inter o Lazio, io credo ancora alle bandiere. Dunque Milan o Roma. Ma intanto mi godo il Psg»Il mondo è in crisi, solo dai voi si compra e si spende.«La considero una fortuna. Ma guarda che dietro a tutto questo, c’è anche un grande entusiasmo. E un progetto giovane. Il proprietario, che è il figlio dello sceicco, ha 37 anni. Il presidente ne ha 32. Non vogliono costruire solo una grande squadra, ma anche un grande club. E ci riusciranno. Vedrete».Intanto vi state prendendo tutti i migliori giocatori, cominciando l’anno scorso da Pastore.«Le dico una cosa: l’anno prossimo giocherà molto più indietro. Alla Seedorf. Sarà uno spettacolo»E Lavezzi? Di chi è stata l’idea?«Leonardo e io lavoriamo in coppia, ma davvero, sintonia perfetta. Lavezzi è come Menez, veloci, tagliano le difese, faranno un tandem pazzesco»Ma si può giocare con Menez, Pastore, Lavezzi e Ibra? «Uno a turno starà fuori. Perché una cosa è certa: giochiamo conquattro difensori e tre centrocampisti. Ma non è un problema, avremo tanti di quegli impegni...».Qui conta solo vincere...«E non ho mica paura. In Francia partiamo nettamente davanti. Ma daremo battaglia anche in Champions. Real e Barcellona favorite, ma ci siamo anche noi»Quanto conta l’allenatore?«C’è gente che riesce a dare un’impronta, a ottenere il massimo e anche di più dalle squadre che allena. Due nomi? Hiddink. Con laCorea e il Psv Eindhoven è stato grandissimo. E Zeman. Magari non ha ottenuto grandissimi risultati, ma le sue squadre entusiasmano. Non date retta chi lo accusa di essere un perdente. Ha insegnato moltissimo anche a tanti di noi»
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