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In Italia, Jorge Andrade è passato come una meteora, maledetta sfortuna. Oggi apprezzato commentatore sportivo in Portogallo, l'ex difensore, arrivato alla Juventus nel 2007, ha vissuto in bianconero due anni caratterizzati soprattutto dai problemi al ginocchio che lo costrinsero al ritiro. Del nostro Paese, però, conserva comunque un ricordo più che positivo: "Bellissimo, ho ricordi fantastici - ricorda a TMW - due anni vissuti con persone fantastiche, tanti campioni: dispiace non aver potuto giocare, ma la Juve è una famiglia. E quella gente è nel mio cuore".
Questa sera Inter-Porto. Lei conosce benissimo i Dragoes, con cui tra l'altro ha conquistato la nazionale. Che partita si aspetta?
"Chi non conosce il Porto, conosce Sergio Conceiçao: ha mantenuto le qualità che aveva da giocatore, è sempre cattivo, concentrato, cerca il risultato. È il cervello della squadra: magari non ci sono grandissimi giocatori, ma la squadra è bella da vedere perché i giocatori fanno quello che dice lui. Non è forte come l'Inter: secondo me adesso i nerazzurri sono favoriti".
La maggiore esperienza europea del Porto non può essere un vantaggio?
"Questo sì, il Porto sembra sempre una squadra piccola perché viene dal Portogallo ma non è vero: ha una storia importante in Europa ed è la squadra con più presenze in Champions. Non sarà facile per l'Inter, anche se come detto penso sia più forte del Porto".
Quali sono i punti di forza dei lusitani?
"In difesa è una squadra fortissima, oltre alla coppia centrale stanno facendo benissimo anche i terzini. E Diogo Costa è un portiere molto forte, a livello difensivo è una squadra che sta bene. Davanti ha buoni giocatori, gente come Galeno e Taremi che fa gol: è una squadra difficile da affrontare".
Da ex compagno di Nazionale, si aspettava che Conceiçao diventasse un allenatore così importante?
"No, nessuno poteva saperlo. Quando ha iniziato come allenatore ha avuto qualche difficoltà, è partito dal basso e ha tanti meriti nel suo percorso. È al Porto da tanto tempo, adesso può andare ovunque, in Italia o in Spagna: è già andato in Francia ai tempi del Nantes, parla bene qualsiasi lingua. È un allenatore moderno, cattivo, impegnato ma sempre tranquillo".
Dragao o San Siro?
"Ogni stadio ha la sua forza, io penso che quello che può fare la differenza è l'approccio dell'Inter, che sta facendo benissimo in stagione. Ma può essere una sfida molto equilibrata".
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