Non si sa ancora a chi toccherà tra Samir Handanovic e Ionut Radu in Bologna-Inter, ma i nerazzurri sono in buone mani. Lo ha ribadito anche Aurelio Andreazzoli, nel corso di una intervista concessa a TuttoSport. Il tecnico nella sua carriera ha avuto modo di allenarli entrambi. In particolare, ha lanciato il giovane rumeno al Genoa: «Se l’ho scelto per giocare in serie A fin da subito, qualche motivo ci sarà. Non è che ho tirato una moneta. Ero convinto che lui con me, per come intendo il gioco, potesse migliorare molto».
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Andreazzoli: “Handanovic tra i migliori mediani della Serie A. Radu? Lo scelsi…”
Le parole del tecnico che ha avuto a disposizione entrambi i portieri dell'Inter nel corso della sua carriera
Contro il Bologna, forse, Radu avrà la sua occasione all’Inter.
«La persona, che per me prevale sempre sull’atleta, è di qualità. Lui ama il proprio lavoro, ha voglia di sacrificarsi, segue chi lo aiuta a crescere. In nerazzurro ha un maestro come il preparatore dei portieri Bonaiuti. Ci sono tutte le componenti affinché abbia maturato quelle palesi qualità che già si vedevano al Genoa».
Nel calcio di oggi un portiere deve assolvere molteplici compiti.
«Ha sempre mostrato disponibilità al gioco, quello che ora è richiesto particolarmente ai portieri: il lavoro con i piedi. Abbiamo iniziato un percorso che mi vedeva abbastanza soddisfatto. Immagino che lo abbia completato con Handanovic e Bonaiuti».
Serviva solo tempo.
«Ne aveva bisogno per essere fortificato. È più un fattore di testa, che di piedi. Radu ha i fondamentali, è partito da una posizione di vantaggio, in questo senso. Essere consapevole di poter svolgere un compito è la componente più difficile. E il portiere anche in questo – come accade all’Inter - deve essere aiutato dalla sua squadra per essere il primo regista».
A Genova fu positivo.
«Il suo dovere lo stava facendo bene: quando giochi di fronte ad un pubblico come quello del Marassi, e fai il tuo, mostri un biglietto da visita importante».
Può diventare tra i migliori del mondo?
«Aspettiamo. Non si diventa grande con una patente, ma solo assolvendo le richieste del tuo ruolo. Poi ci sono gli eventi, le situazioni prese al volo, la capacità di superare i momenti di difficoltà. I presupposti ci sono tutti: al suo fianco ha uno che è già tra i più forti, quell’Handanovic che ho conosciuto da ragazzo ad Udine».
Cosa vedeva nello sloveno?
«Le qualità elencate pocanzi. Poi Handanovic – mi passi il termine - era cazzuto, a me è sempre piaciuto come personaggio. Samir è uno dei migliori mediani del campionato italiano. E badi bene, ho detto apposta mediani. Ne ho avuti diversi di calciatori che giocavano bene con i piedi, ma che non ci capivano niente nel gioco, o fossero privi di personalità per perseguirlo. Non è questione solo di pura tecnica, ma di palle per seguire quanto accade e soddisfare le richieste in area di rigore, che non è la stessa cosa delle altre zone del campo».
Come vede la Serie A attuale?
«Combattuta, senza dominatori. L’Inter ha assunto questo piglio di squadra da battere, ma nulla è ancora deciso, anche se dipende dai nerazzurri».
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