LEGGI ANCHE
I simboli di questo ciclo
—Niente da fare all'Unipol Domus per il Cagliari, con i nerazzurri che dilagano nella ripresa dopo un primo tempo giocato su ritmi piuttosto blandi. Ad aprire le danze è stato Bastoni, uno dei simboli del ciclo interista degli ultimi anni e della politica lungimirante della dirigenza di viale della Liberazione, che decise di puntare con decisione su di lui quando aveva appena 18 anni e solamente 4 presenze tra i professionisti. Una scelta che, a posteriori, si può definire senza timore di essere smentiti come una delle migliori operazioni di mercato della storia dell'Inter. A mettere il pallone sulla testa di Bastoni ci ha pensato Barella, l'ex tanto amato quanto fischiato, segno di un sentimento comunque di rispetto, riconoscenza e affetto per uno dei vanti di Cagliari e della Sardegna.
Il ritorno del capitano
—Lo stesso Barella si è ripetuto poco dopo, propiziando la notizia attesa da tanto, troppo tempo: il ritorno al gol di Lautaro Martinez. Il capitano dell'Inter, dopo essersi mangiato altre due reti, ha ritrovato il sorriso con un tocco in spaccata da distanza ravvicinata, interrompendo un digiuno che durava addirittura dal 3 novembre. L'attaccante argentino ha "rischiato" di segnare il primo e l'ultimo gol nerazzurro del 2024, avendo inaugurato il nuovo anno il 6 gennaio a San Siro contro il Verona. Un cerchio perfetto "rovinato" dal calcio di rigore trasformato da Calhanoglu che ha definitivamente chiuso i conti.
Lautaro si è così tolto un peso enorme dalle spalle, e dovrà ora dimostrare di poter ripartire come ha sempre fatto. Per se stesso, per l'Inter, e anche per zittire i critici e ribadire che quel settimo posto finale nella classifica del Pallone d'Oro, in fondo, poteva essere ben diverso.
© RIPRODUZIONE RISERVATA