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Cristian Ansaldi, difensore argentino del Parma fresco di promozione in Serie A, in un'intervista concessa a Cronache di Spogliatoio ha ricordato una spiacevole vicenda che risale ai tempi in cui giocava nell'Inter: "Quando ero all'Inter nel 2016, i medici hanno trovato un cancro a mio figlio di 5 anni. È stata una delle cose che ha segnato la mia vita. In quel momento pensi: "Hai soldi, hai tanti amici, ma a che serve tutto ciò se poi la vita da sola ti dimostra che la cosa più importante che hai, cioè tuo figlio, potrebbe andar via all'improvviso?". In momenti così difficili uno potrebbe mettere tutto in discussione, io invece sono sempre rimasto connesso alla mia fede. Ho sentito una pace incredibile dentro di me. Puoi fare di tutto, ma tanto l'ultima parola spetta a Dio".
"La mia prima partita con l'Atletico è stata la Supercoppa spagnola contro il Real Madrid: vincere un titolo nel derby al Bernabéu è una di quelle cose che non ha prezzo. Simeone è stato uno degli allenatori più importanti nella mia carriera, nonostante io sia rimasto solo un anno a Madrid: come gioca l'Atletico rispecchia esattamente il carattere del Cholo. Dopo quell'annata, sono andato al Genoa da Gasperini: ho giocato molto bene, tanto da attirare l'interesse di Lazio e Napoli. Poi ho ricevuto una chiamata: era Javier Zanetti. "Cristian, ti vogliamo all'Inter". Per noi argentini l'Inter è sempre stata un club particolare, così ho subito risposto: "Tranquillo, vengo". Era un'Inter piena di argentini, un po' come quella che guardavo in tv quando ero piccolo".
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