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Antonelli: “Ecco come ho portato Carlos Augusto al Monza: di lui mi ha colpito che…”

Matteo Pifferi Redattore 

Filippo Antonelli ha raccontato come è nata la trattativa che ha portato l'attuale esterno dell'Inter dal Corinthians al Monza

Intervistato da La Gazzetta dello Sport, Filippo Antonelli, attuale DS del Venezia ma ex Monza, ha raccontato come è nato l'affare che ha portato Carlos Augusto in Brianza:

“Parliamo di marzo 2020, piena pandemia, tutti chiusi in casa, così iniziai a guardare dozzine di video. Un amico mi indirizzò sul Corinthians. Appena vidi qualcosa di Carlos, iniziai a cercare informazioni sul suo cartellino. E infatti scoprii che piaceva ad alcuni club italiani, tra cui la Roma”.

Quindi chiamò Petrachi, all’epoca direttore sportivo dei giallorossi?

“Esatto. Lui mi disse che essendo extracomunitario, per loro non c’era posto. Da lì iniziai a seguirlo con più continuità nei mesi successivi, alla ripresa dei campionati. Una, due, tre partite, alla quarta ho iniziato a fare le prime telefonate per capire come riuscire a prenderlo per il 2020-21. A fine stagione, infatti, centrammo la promozione in B”.

Cosa disse a Galliani?

“Fui parecchio insistente. Gli feci vedere anche un video personalizzato sul giocatore realizzato da me. Dentro c’era anche una frase di un suo vecchio allenatore. “E’ uno dei terzini più europei del Brasile”, diceva. E aveva ragione. Così chiamai il suo agente per capire a che punto fosse con il passaporto comunitario. Ci incontrammo a Milano in piena estate e spiegai loro il progetto. A quel punto, Galliani mi disse di affondare il colpo e portarlo a Monza. Trovammo prima l’accordo con lui e poi con il Corinthians. Fece le visite in Croazia e si allenò con la Dinamo Zagabria per alcuni giorni, in accordo con noi. Il resto è storia: vederlo con il Brasile mi inorgoglisce, era il suo sogno”.


Carlos gliene aveva parlato?

“Certo. L’anno scorso Mancini provò a convocarlo in azzurro, ma lui disse di no. ‘Voglio esordire con il Brasile’, mi svelò. E alla fine è stato convocato. Non ha ancora debuttato, certo, ma sono sicuro che lo farà presto. Quel “no” è il manifesto della sua determinazione, della sua fame, di una grande voglia di arrivare in alto. Quando gli illustrai il progetto che avevamo accettò subito. Alcuni quando sentono nominare la Serie B cambiano espressione, Carlos aveva il fuoco negli occhi”.

Cosa la colpì di lui?

“La capacità di andare in avanti e chiudere l’azione, senza contare l’attenzione difensiva. E’ un giocatore completo. In più, ha sempre avuto chiaro il suo percorso. A Monza ha fatto l’esterno basso di una difesa a quattro, il braccetto e il quinto a sinistra. Lui nasce come ala offensiva, si è costruito piano piano e con il lavoro. Ripeto, sono fiero di lui"


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