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Arbeloa: “Il mio amato Mou mi ha insegnato tanto, a non avere paura di nulla. Josè…”

Nella giornata di domani, Alvaro Arbeloa saluterà il Bernabeu, prima di lasciare il Real Madrid a fine stagione. Un vero madridista e un 'mourinhista', sempre grato al tecnico portoghese: "Mi ha insegnato a non avere paura di nulla"

Dario Di Noi

L’attesissimo weekend di Liga, che vivrà di nuovo la fantastica battaglia per il titolo tra Barça, Atletico e Real, si arricchisce di un addio molto particolare alla casa blanca. Alvaro Arbeloa, infatti, saluterà il Bernabeu in occasione della sfida tra Real e Valencia: sarà un saluto originale per un vero madridista come lui, legatissimo al club in cui è cresciuto e dove poi è tornato nel 2009 dopo le parentesi Deportivo e Liverpool. Arbeloa, protagonista delle vittorie della Spagna sia al Mondiale 2010 che agli Europei 2008 e 2012, è pure noto per essere un fedelissimo di Josè Mourinho. Risaputo il suo legame con il tecnico portoghese, tanto da essere spesso definito il più 'mourinhista'  dell’attuale rosa madrilena. Alla vigilia dell’ultima sfida nel suo stadio, Arbeloa si è concesso in una lunga intervista a Marca.

Qui ha parlato molto dello stesso Mourinho, spiegando ciò che il tecnico portoghese gli ha insegnato. Questi alcuni stralci dell’intervista: "Se mi sento un privilegiato ad aver giocato nel Real Madrid? E’ naturale. Giocare nel Real Madrid è un privilegio, probabilmente il più grande che possa avere un calciatore. Ho avuto l’appoggio di tutti gli allenatori, da Pellegrini al mio stimato e amato Mou, e poi con Carlo, Rafa e quello che è stato il mio idolo da bambino, Zidane. Ho vinto molto, ma niente è paragonabile alla felicità di sentirti giocatore del Real Madrid ogni giorno. Madridismo? Nello spogliatoio lascio una grande eredità ai miei compagni. Ci sono grandi guardiani del madridismo, come Ramos, Casemiro, Carvajal, Nacho… E pure ragazzi stranieri sono molto madridisti, come Modric, che dal primo giorno ha voluto e difeso questo club. Spero che difendano il Madrid come l’ho fatto io. Un altro Arbeloa prima di Mou e dopo Mou? Mediaticamente si. Di sicuro il trattamento che ho ricevuto dalla stampa è stato diverso in questo senso. Però Mou non mi ha aiutato solo sull’aspetto calcistico, ma anche a livello personale. Mi ha aiutato a non avere paura di dire quello che penso, a non avere paura di difendere il mio club. Questa è un’eredità che Josè mi ha lasciato e di questo gliene sarò sempre grato. E’ vero che c’è un aspetto negativo legato alla perdita di prestigio, ma la cosa buona è andare a letto con la coscienza a posto, sapendo che stai facendo quello che è giusto".

(Marca)