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Fabrizio Biasin, nel suo editoriale per Sportitalia, ha fatto il punto sul derby di Champions League a poche ore dal calcio di inizio: "Simone Inzaghi è diventato grande. Forse lo era già. Oppure siamo noi che cambiamo idea a seconda dei risultati. Vince? Evviva Inzaghi, bravissimo. Perde? Povero fesso, fuori dalle balle. Funziona sempre così. Fatto sta che nella conferenza stampa pre Inter-Milan il tecnico dei nerazzurri ha mostrato i denti e sono parsi ben affilati.
Questa sera l'allenatore più massacrato della stagione 22-23 (sì, anche più di Allegri) si gioca un pezzo di storia e lo fa grazie al suo lavoro che c'è e si vede. L'Inter arriva all'appuntamento con il destino in condizione eccellente, sia fisica che mentale. E questo è indubbiamente un merito del tecnico e del suo staff. Oh, questi signori hanno giocato 9 partite nel solo mese di aprile, una più complicata dell'altra, e sono anche uno dei gruppi più anzianotti d’Europa, eppure…
Eppure aver convinto la rosa che giocare meno avrebbe migliorato le prestazioni di tutti (e quindi dell'Inter stessa) è stata la vera arma vincente del tecnico piacentino, bravissimo a ruotare tutto il ruotabile, bravissimo a tapparsi le orecchie nelle settimane del "bisogna mandarlo via" detto dagli stessi che ora "beh, mica male questo Inzaghi", che poi in caso di crollo non ci metteranno mezzo secondo per spedirlo all'inferno. Perché sì, è vero, l'Inter questa sera parte con un bel vantaggio, ma darla per sicura qualificata significa far finta di non sapere cosa sia una partita di Champions. Anche contro questo Milan".
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