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Con Miranda squalificato e Murillo in dubbio, ad oggi, l'unico centrale in casa Inter, certo di giocare contro la Roma è Gary Medel e avrà un cliente per nulla semplice: Edin Dzeko. Tra il co-capocannoniere del torneo e il pitbull passano 9 chili e soprattutto 22 centimetri. Un confronto sulla carta «scorretto», se non fosse che il calcio rimane uno sport di squadra e soprattutto che Medel è un giocatore speciale che non puoi certo misurare un tanto al chilo. Perché se è vero che Handanovic ci mette le manone e qualcuno la mette dentro anche senza Icardi, Gary ha dato un’altra dimensione all’Inter. Appena arrivato, Pioli ebbe l’intuizione di abbassarlo al fianco di Miranda già dal derby d’esordio. Dopo un’ottima mezz’ora (il Milan segna solo dopo la sua uscita), Medel fu però costretto a lasciare il campo per un infortunio al ginocchio. E’ rientrato solo a fine gennaio e di nuovo il tecnico lo ha piazzato dietro. Tanto che Gary ormai è un centrocampista solo al fantacalcio, nemmeno più nel sito nerazzurro. Dopo aver giocato a quattro contro il Pescara, sull’ex Cardiff City è stata costruita la svolta tattica di Torino. Linea a tre, con Murillo sul centro destra a fare a sportellate con Mandzukic, Medel centrale e Miranda a sinistra. Malgrado la sconfitta (ma su un tracciante da fuori di Cuadrado), Gary è stato tra i migliori e Pioli ha confermato questo assetto anche contro Empoli e Bologna. Col cileno a dirigere il reparto, chiudere anche gli spifferi, ringhiare su tutti e avviare l’azione. Si pensa, ma è basso. Però sopperisce con mestiere, senso della posizione ed elevazione. Si insiste, è lento. Mica tanto, con quella frequenza di passi da millepiedi arriva dappertutto. E con lui dietro Pioli in campionato ha preso solo un gol. L’architrave della difesa insomma è Medel, non si discute.
(Gazzetta dello Sport)
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