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È tempo di moviola nella prossima Serie A. Ma criptata naturalmente. Nessuno conoscerà i risultati dei test che saranno invece girati all’International Board (Ifab) per valutazioni tecniche e studio di fattibilità. L’Ifab ieri ha dato l’ok alle prime federazioni che si sono offerte per gli esperimenti «offline»: Australia, Germania e Stati Uniti svolgeranno test in prima serie; il Portogallo in Coppa e Supercoppa; l’Olanda e il Brasile in tornei federali. Entro il 30 giugno le altre federazioni interessate, tra le quali l’Italia da sempre in prima fila, presenteranno i loro progetti che saranno approvati automaticamente se risponderanno al protocollo Ifab. La Serie A è pronta; la Serie B, molto interessata, deve ancora dare le garanzie. Sarà la Lega A scegliere il sistema tecnico da usare: ne esistono diversi, da quello olandese, che prevede arbitri video al lavoro in un van fuori dallo stadio (con decisione in 12 secondi), a quelli che prevedono questi giudici supplementari in tribuna. Chi si offre, oltre a sostenere le spese, deve garantire il rispetto delle prescrizioni per gli arbitri e per gli altri soggetti che partecipano all’esperimento.
Tre i punti fondamentali del protocollo sulla moviola. 1) Chi decide il ricor-o al video: può essere l’arbitro centrale a chiedere un parere a quello video, ma può essere anche quest’ultimo a segnalare una situazione sfuggita in campo. 2) Chi decide sull’azione: nella maggior parte dei casi l’arbitro video, anche per evitare troppi stop al flusso di gioco; soltanto se la situazione non è chiara l’arbitro vedrà le immagini. 3) I casi da regolare: gol, rigore, espulsione diretta ed errore di identità.
(gds)
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