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Asllani, le parole del primo allenatore: “Un fenomeno, può giocare ovunque”

Fabio Alampi

Cristiano Filippi, tecnico di infanzia del centrocampista albanese, racconta le qualità del nuo acquisto dell'Inter

Kristjan Asllani è una delle note più liete di questo pre campionato dell'Inter: il centrocampista classe 2002, prelevato dall'Empoli, sembra non aver minimamente risentito del salto in una big nonostante la giovanissima età, ed è pronto a stupire. Cristiano Filippi, suo primo allenatore ai tempi della Butese, non è affatto sorpreso, come racconta in un'intervista rilasciata a Tuttosport: "Il primo ricordo che ho di lui è di uno sveglio, di un bimbo che giocava sempre a pallone, anzi che andava a letto portandosi proprio la palla. Quando formammo la squadra pulcini del paese chiamammo suo padre e lo convincemmo a far entrare Kristjan nella Butese".

Iniziò così l'avventura di Asllani nel mondo del calcio.

"Aveva cinque anni. Ma già allora si notavano doti importanti. Ha presente il suo primo gol in Serie A contro l'Inter? Ecco, pensi che con noi, nonostante la giovanissima età, saltò tre/quattro avversari e calciò imparabilmente in rete. Per un bimbo di quell'età realizzare un gol del genere è dura".

Un talento limpidissimo.

"Noi sapevamo già cosa aspettarci. Io avevo un’attività commerciale, un bar. E Kristjan fin da piccolissimo giocava lì vicino con gli altri bambini nella piazza del paese. L'avevo sempre sott'occhio, pallonate dalla mattina alla sera comprese".

Asllani ha tutte le caratteristiche per diventare un campione.

"Oltre a quelle legate alle sue capacità, voglio sottolineare pure come sia cresciuto in una famiglia seria. Magari i suoi compagni di squadra andavano a letto tardi, anche dopo mezzanotte. Lui no, dormiva presto per prepararsi al meglio. Ha sempre avuto la testa sulle spalle. E anche ora, se parla con lui, troverà un normalissimo ragazzo di vent'anni, che però ragiona come uno di trenta".

Siete ancora in contatto?

"Certo, ci siamo sentiti anche oggi. Poi ogni mattina bevo il caffè con suo padre. Kristjan non si è montato la testa, se trova un bambino a Buti col pallone, lui ci gioca, non si fa problemi. Il non avere grilli per la testa è fondamentale. Vedremo dove arriverà nei prossimi anni".

A venti è già all'Inter, non è male come inizio.

"Purtroppo sì, perché io sono del Milan (ride). Ovviamente la mia è una battuta. Ma sono serissimo quando sostengo che potrà togliersi grandissime soddisfazioni".

Dove lo vede in un prossimo futuro? Titolare nell'Inter?

"Certo, ora è facile parlare, è sulla cresta dell'onda, per tutti. Ma credo che ancora non ci si renda conto di quale visione di gioco e intelligenza tattica sia dotato. È un fenomeno".

Da tifoso milanista, le ha lanciato qualche battuta?

"Normale (ride), anche se preferisco non scendere nei particolari. Qui lo conoscono tutti, è rimasto quello stesso ragazzo alla mano che ho visto crescere".

In quale ruolo lo vede meglio?

"Ovunque a centrocampo. Vede la porta, destro e sinistro non fa differenza: mediano, mezzala, trequartista. E potrebbe pure fare l'esterno d'attacco all'occorrenza. Vada a rivedersi Inter-Empoli di Coppa Italia. Krjstian servì a Bajrami un bellissimo assist, senza guardare sapeva già dove avrebbe dovuto mettere la palla. Poi ovviamente ora sono problemi di Inzaghi (ride ancora). Con Brozovic imparerà tanto, ma potrebbe tranquillamente giocare assieme al croato. Con i tanti impegni dell'Inter sicuramente ci sarà occasione per vederli insieme".