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Per la prima volta da quando è presidente dell'Inter, Erick Thohir ha dovuto confrontarsi con il malcontento del suo allenatore. Roberto Mancini, ieri in conferenza stampa, ha parlato chiaro e vuole maggiore sicurezza sul progetto nerazzurro. Un vero e proprio confronto tra i due non c'è ancora stato; a dicembre il tecnico attendeva un vertice di mercato a Doha e poi non è avvenuto, ma nonostante ciò il presidente ha accontentato l'allenatore portando ad Appiano Gentile Eder. La società ancora ieri ha ribadito grande fiducia in Mancini, fiducia poi ribadita anche dal vicepresidente Zanetti. Thohir tornerà a Milano per la finale di Champions, ora deve badare ad altre priorità: la trattativa con il Suning e il rispetto dei patti con la Uefa in merito al fair play finanziario.
La politica di Thohir sul mercato è chiara: il bilancio del 30 giugno 2017 dovrà essere chiuso in pareggio. Se non andaranno in porto una serie di cessioni, l'Inter sarà costretta a cedere qualche big della squadra. E Mancini? Se il tecnico non dovesse condividere questa linea potrebbe anche arrivare una clamorosa rottura, ma l'Inter non si farà di certo trovare impreparata. Tra i possibili eredi, in caso di un improbabile divorzio, in pole position c'è Simeone che in caso di trionfo in finale di Champions potrebbe chiudere il suo ciclo coi colchoneros. Moratti sarebbe ben felice di riemettere in panchina Leonardo e la terza ipotesi sarebbe quella di de Boer, pupillo di Thohir che Thohir voleva ingaggiare già prima, ma poi Moratti gli fece trovare Mazzarri col contratto firmato.
(Tuttosport)
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