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Avv Di Cintio: “Juve? Le plusvalenze sono assolutamente legali. Il rischio…”

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Le parole dell'avvocato a Tuttosport: "L’atto ricevuto dai dirigenti della Juventus, l’avviso di garanzia, non significa colpevolezza, ma semplicemente che la Procura sta indagando"

Marco Astori

Intervenuto ai microfoni di Tuttosport, Cesare Di Cintio, avvocato ed esperto di diritto sportivo, ha parlato così della questione plusvalenze per cui la Juventus è indagata.

La plusvalenza è illegale?

«E’ assolutamente legale: siamo di fronte a società di natura sportiva, ma anche commerciale, finalizzate a ottenere profitto. I proventi di un club non derivano soltanto dai giocatori, ma da una serie di voci - diritti tv, ricavi da stadio, sponsor e merchandising - che determinano il valore del club. Prendiamo come esempio l’Atalanta: club virtuosissimo, bravo nell’individuare giocatori presi a poco prezzo e rivenduti a cifre importanti, ma pure capace di generare profitto da attività commerciali e legate allo stadio».

Come si fa a stabilire se una plusvalenza è fittizia o reale?

«E’ complicatissimo. Precisiamo subito che l’atto ricevuto dai dirigenti della Juventus, l’avviso di garanzia, non significa colpevolezza, ma semplicemente che la Procura sta indagando. In genere un’indagine resta segreta fino alla conclusione, ma se gli inquirenti hanno bisogno di acquisire documenti, con un atto di perquisizione, o svolgere un interrogatorio, allora devono comunicare alle parti interessate l’indagine in corso e inviare l’avviso di garanzia. Non per forza l’inchiesta deve sfociare in un rinvio a giudizio, al termine dell’indagine la procura può anche decidere per l’archiviazione se non ha prove».

E la questione delle plusvalenze fittizie o reali?

«Abbiamo un precedente con la sentenza del Gup di Milano del 2008 con la quale Milan e Inter vennero assolte dalla stessa imputazione della Juventus: in quel caso non si era ravvisato un dolo specifico. Il nocciolo della questione è questa: il dolo è l’elemento che determina il reato contestato ai dirigenti bianconeri. Il dolo generico non è sufficiente a determinare la responsabilità, ma serve un dolo specifico, cioè la consapevole volontà da parte dei dirigenti di alterare i valori dei giocatori, e quindi del bilancio societario, per ottenere un profitto».

Ma esiste un modo per stabilire l’oggettivo prezzo di un giocatore e quindi stabilire se il prezzo è gonfiato?

«Non c’è una regola ed è per questo che si cerca di dimostrare il reato attraverso mezzi di ricerca delle prove come le intercettazioni telefoniche. E’ un modo per stabilire che i dirigenti sapevano che, da solo, non è comunque sufficiente a dimostrare la responsabilità degli indagati. Dalle carte per me è complicato dimostrare l’esistenza di un valore gonfiato rispetto a quello reale. Prendiamo dei giovani calciatori: il loro valore è prospettico. Alcuni di loro in prospettiva possono diventare dei campioni, quindi gli attribuisco un alto valore perché hanno i requisiti per essere fenomeni, poi magari non tutti riescono a sfondare. Ripeto: non esiste un modo scientifico per determinare se una plusvalenza è reale o no. E questo è il punto debole di questo tipo di indagini».

E a livello sportivo che cosa potrebbe accadere?

«Al momento la procura federale non può far altro che essere vigile sulla vicenda, non ha elementi per aprire un’indagine. Dal mio punto di vista, aspetta che la Procura della Repubblica indaghi, visto che ha più mezzi, per vedere se emergono delle prove. Sotto il profilo sportivo non c’è un allarme».

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