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In una lunga intervista al Guerin Sportivo, Salvatore Bagni ricorda il suo passaggio dal Perugia all'Inter. "Nell’80-81 retrocedemmo: a quel punto era inevitabile che cambiassi squadra. Io speravo di guadagnare qualcosa col trasferimento ma non avevo capito niente…".
Nei tre anni in nerazzurro ti allenarono Bersellini, Marchesi e Radice: chi di loro seppe valorizzarti meglio?
«Intanto fammi dire che erano tre persone straordinarie. Rino lo sento ancora oggi: persona di altri tempi a cui devo una riconoscenza eterna. Tranquillo, sereno, sapeva come farti star bene. Bersellini mi sopportò i primi mesi che arrivai all’Inter: avevo mia figlia ancora piccola e dormivo poco. Finito l’allenamento rimanevamo io, lui e Onesti a esercitarci su cross e tiri in porta: un’ora tutti i giorni. Sono cose che ti rimangono dentro: era una persona con grandi valori, di un’umanità esagerata. Lui ha sempre creduto in me: lo ripagai nella seconda parte del campionato. Nell’anno con Radice giocavamo con due centrocampisti centrali e due fantasisti sulle fasce, Müller e Beccalossi: un 4-2-4 inusuale».
Qual era il tuo rapporto con calciatori poco inclini al sacrificio come Müller e Beccalossi?
«Con Beck non ho mai avuto problemi. Hansi qualche volta in allenamento lo beccavo: lui aveva il suo modo di giocare elegante, bello da vedere. Era l’unico giocatore al mondo che si faceva la doccia tra il primo e il secondo tempo! Comunque avevamo un ottimo rapporto, ci frequentavamo anche con le famiglie. Una persona buona, mi ha chiamato anche per la partita dei suoi cinquant’anni a Stoccarda. Un tedesco atipico, non potevi non volergli bene».
(Guerin Sportivo)
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