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Intervenuto ai microfoni de La Gazzetta dello Sport, Salvatore Bagni, doppio ex di Inter e Napoli, ha parlato così della sfida in programma il 26 a San Siro:
«Ho sempre detto il Napoli davanti all’Inter. È la classifica di oggi, ma non sono un veggente, ho letto il passato: negli ultimi anni il Napoli ha chiuso sempre secondo o terzo».
Abbiamo tutti sopravvalutato l’Inter?
«L’Inter è stata costruita puntando a qualità ed esperienza, per affrettare i tempi. Ma per essere davvero l’anti Juve sarebbe dovuta partire meglio, e invece nelle prime quattro giornate ha perso contro Sassuolo e Parma: certe sconfitte trasmettono piccole ansie, fanno perdere sicurezze. Si è rivisto anche contro il Chievo».
E il -8 del Napoli?
«Il Napoli, magari raccogliendo più di una volta nei finali, ha fatto quanto doveva. Quella che brucia è l’eliminazione in Champions: una sconfitta nel girone, e il Liverpool tre. Dalla prima alla quinta partita ogni volta gli è mancato qualcosina, poi all’ultima ha trovato un Liverpool all’altezza dell’anno scorso. Peccato, questa è una Champions strana, si poteva fare strada: per me la vince una fra Juve, Psg, City e Liverpool, non Real, Barcellona o Bayern».
Beh, anche l’Inter a rimpianti europei non sta male...
«A metà cammino l’avevo data per qualificata. Delusione anche più forte di quella del Napoli, visto che aveva a disposizione un risultato facile facile in casa, contro l’ultima del girone. Forse a un certo punto ha avuto l’orecchio più a quello che stava succedendo a Barcellona, ma doveva risolverla prima».
Inter e Napoli possono vincere l’Europa League ora?
«Se vogliono, assolutamente sì. Il Napoli avrebbe potuto già tre anni fa, contro il Dnipro. E poi anche l’anno scorso, ma scelse di “abbandonarla”».
Nel frattempo fare l’anti Juve è diventata un’impresa frustrante. E Inter-Napoli rischia di fare il gioco di Allegri.
«È vero che la Juve i vantaggi se li prende da sola, ma chi vuole bene al campionato deve sperare che non pareggino. Una vittoria dell’Inter sarebbe una ripartenza più che una scossa alla classifica, visto il -16 di oggi. Se invece dovesse vincere il Napoli, rafforzerebbe il suo modo di pensare: avanti per la nostra strada, e vediamo che cosa succede nei prossimi due mesi».
La novità tattica del Napoli?
«Ancelotti crea meno occasioni da gol, ma sfrutta di più il campo: 60-65 metri, non 40 come Sarri, che si metteva nella metà campo avversaria e non si spostava da lì. A proposito di singoli, potrei dire Maksimovic a destra, Callejon più centrocampista che attaccante, Insigne più libero di prendere posizione e di andare a tirare da posizione meno defilata, più “facile”. Ma la vera novità è Fabian Ruiz, una mezzala, che gioca largo da esterno. Se ai miei tempi l’avessero chiesto a me, ci avrei pensato. Ma lui ha abbastanza forza per fare con continuità tutta la fascia».
E quella dell’Inter?
«Spalletti non doveva inventare nulla: se compri esterni, giochi con gli esterni. Cosa fece Sarri? Aveva Insigne, Mertens e Callejon, abbandonò l’idea 4-3-1-2 e giocò 4-3-3. Che adesso è il sistema dell’Inter: il 4-2-3-1 puoi farlo solo con un altro Nainggolan».
Dove si vince Inter-Napoli?
«Nessuno cambierà nulla: più che una sorpresa, può decidere la giocata che ti porta in vantaggio».
Che nell’Inter può fare...
«Molte volte è toccato a Icardi, ma io dico Politano: corsa, dribbling, movimenti. Un buon test per vedere se Ghoulam è davvero rinato».
E con chi dice che l’Inter con un Modric in più...
«Forse, e dico forse, se c’è una cosa che manca all’Inter è un centrocampista di qualità. Modric ha piedi, visione di gioco, capacità di sacrificarsi, ma soprattutto è un vincente, ha vinto tanto e sempre: sono i giocatori più difficili da trovare. Per questo ha ragione Spalletti: se non sei sicuro di prendere un giocatore così, comprare tanto per comprare non serve».
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