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GdS – Balotelli, insulti dai tifosi dell’Inter. Alla fine SuperMario abbraccia tutti

L'ex attaccante dell'Inter incrocia la sua ex squadra e dagli spalti piovono parecchi insulti verso il centravanti del Brescia

Andrea Della Sala

Ieri Mario Balotelli ha incrociato di nuovo l'Inter, squadra con cui ha esordito in Serie A e ha iniziato la sua carriera tra i professionisti. L'attaccante del Brescia è andato vicino al gol nel secondo tempo, dopo una prima frazione senza grandi guizzi. Questo il commento de La Gazzetta dello Sport:

"Ieri sera i rappresentanti della Curva Nord interista presenti a Brescia ci hanno fornito anche un’ulteriore descrizione dell’inciviltà verbale: ha la memoria lunga. Sì, perché evidentemente l’intolleranza verso l’ex Mario Balotelli è un filo che mai finirà. Parte tutto appena dopo il gol segnato da Lautaro Martinez. E la scala nobiliare dei cori tocca tutti i rami: uomo di m..., pezzo di m..., bastardo, figlio di p... Anche se l’incipit era stato letteralmente l’acuto «se saltelli muore Balotelli», una hit sempreverde. Non ci si aspettava un abbraccio virtuale nei confronti del numero 45 da parte di quello spicchio di tifo, ma neppure una robusta vomitata di insulti così densi. Densi perché non è stata una continua esposizione verbale del disappunto nel vederlo lungo la partita, vero, eppure quegli istanti sono sembrati davvero lunghi. La serata era iniziata con i fischi della Nord interista già all’annuncio delle formazioni. Poi, aveva cominciato a parlare la partita. De Vrij è il più attento su di lui, Skriniar gli presenta un anticipo secco, Godin finisce con il ginocchio sul gluteo di Mario. Al 22’ la prima occasione: allungo, al suo fianco la corsa di sacrificio di Romulo, Balotelli preferisce calciare, ma la palla torna indietro".

"Pochi secondi dopo l’Inter passa e il destino sceglie il numero 45 per far nascere il vantaggio nerazzurro. De Vrij lo lascia mezzo metro a terra di testa, la palla arriva a Lautaro e la deviazione di Cistana è decisiva. Da qui i cori e la difesa tosta di Tonali, faccia a faccia con Gagliardini. Il secondo tempo inizia con un destro dal limite architettato rapidamente che costringe Handanovic alla parata della serata. Al 28’ l’errore è spesso come un muro portante. Prima di testa obbliga Handanovic al doppio intervento, poi da un passo calcia altissimo. Il finale riscaldato dal gol di Bisoli lo tiene concentrato. Al 48’ la rovesciata che prova è tanto bella quanto ininfluente. E l’uscita dal campo con il tappeto sonoro di qualche altro insulto è addolcito dagli abbracci di tutti, compagni e avversari", chiude il quotidiano.

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