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Ora l’Inter è in forma.
—«Indubbiamente. E ha tanti giocatori che fanno la differenza. A cominciare dal mio amico Dzeko, ma non trascurerei Lukaku e lo scatenato Lautaro: bellissimo il secondo gol con i viola».
Tutti danno favorito il City.
—«L’esperienza mi dice che in finale, in partita unica, è meglio arrivare sfavoriti. E comunque la squadra di Guardiola esprime un gran bel calcio, ma anche quella di Inzaghi è molto efficace».
Cosa ricorda della sua Champions nerazzurra?
—«Il gol al Rubin Kazan mi fece sentire protagonista, per me fu un’esperienza meravigliosa: un ragazzo che tocca il cielo con un dito. E poi alzare quella coppa, mi vengono ancora i brividi».
Subito dopo re di Premier al City con Dzeko...
—«Con Edin c’era un feeling incredibile. Quando è venuto in Italia ad alcuni amici romani lo dissi subito: aspettatelo, è un fenomeno. Anche a Milano fa la differenza. Io di quell’anno ho tanti bei ricordi a cominciare da quella doppietta allo United».
Era a San Siro al derby.
—«L’atmosfera delle serate migliori. Ho visto tanta gente, tra gli altri Leao. Gli ho consigliato di restare al Milan: c’è una squadra di prospettiva, con qualche rinforzo può dire la sua ovunque».
Haaland contro tutti: è davvero così?
—«Erling è straordinario. Anche su di lui Mino Raiola aveva avuto un grande intuito. Nel City abbondano gli uomini assist: Guardiola sa bene come servirlo e lui è un cecchino formidabile».
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