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Banega veste Inter, la terza è la volta buona. La sua storia parla per lui

La terza sarà la volta buona? Éver Maximiliano David Banega all’Inter è un affare praticamente fatto per la prossima sessione estiva di mercato. Anche se le smentite di qualche giorno fa del direttore sportivo del Siviglia Monchi, pur seguite...

Sabine Bertagna

La terza sarà la volta buona? Éver Maximiliano David Banega all’Inter è un affare praticamente fatto per la prossima sessione estiva di mercato. Anche se le smentite di qualche giorno fa del direttore sportivo del Siviglia Monchi, pur seguite da messaggi societari più morbidi sulla possibile partenza del giocatore, possono ancora insinuare qualche dubbio. La storia del calciomercato racconta che il centrocampista argentino, classe 1988, dagli avi nostrani, poteva sbarcare sotto la Madonnina e sui campi italici molte stagioni addietro. Nel 2007 finì sotto la lente d’ingrandimento del Milan. Con il Boca Juniors non se ne fece nulla anche se i rossoneri arrivarono a mettere sul piatto 14 milioni di euro. Gli argentini ne chiedevano il doppio ma nel 2008 lo cedettero al Valencia per 18, cifra comunque di “peso” per un talento ventenne dotato di un piede destro più che educato. Così in Europa si iniziò a parlare di lui. A raccontare chi era e che tipo di gioco faceva. E via con i paragoni. Il più gettonato? Banega è cattivo come “Ringhio” Gattuso e bravo come Andrea Pirlo; il braccio e la mente di quel Milan guidato da Carlo Ancelotti. All’epoca, nel campionato argentino, Banega si era guadagnato il soprannome di “Cartellino Giallo” perché non si tirava mai indietro e si faceva valere. Senza guardare in faccia a nessuno nonostante la sua giovane età. Anche in borghese, il centrale originario di Rosario, non è tipo da facili relazioni sociali. Non disdegna la vita notturna, è finito in qualche storia di gossip e i giornalisti non li ama di certo anzi, a volte, manco li sopporta. Nel 2011 le frequenze di radio mercato lo davano sintonizzato sempre su Milano ma su altre onde: quelle che bagnano la sponda del Naviglio dell’Inter. Per una cifra che girava, euro più euro meno, intorno agli 8 milioni. Nulla di fatto, per la seconda volta. Il mese di febbraio del 2012 segna, in negativo, la sua carriera. La tibia e il perone della sua gamba sinistra fanno crac. Non per una entrataccia di un avversario ma per colpa di una imperdonabile distrazione che si trasforma in un incidente. Mentre fa benzina a due passi dal centro sportivo del Valencia si dimentica di mettere il freno a mano della sua auto sportiva che si muove e gli finisce addosso. I mesi di stop sono sei, con un chiodo nella gamba a fargli da compagnia triste ed obbligata. Nel 2013 segna il suo primo gol nell’Argentina (contro la Bolivia per le qualificazioni al Mondiale brasiliano) e si ripete in un’amichevole contro l’Italia. Nel 2014 il valore del suo cartellino, più che scendere, crolla come in una giornata nera di Borsa: 2,5 milioni. Firma un contratto biennale e passa al Siviglia. Ora, a 28 anni, li compirà il prossimo 29 giugno, verrà a giocarsi le ultime carte della sua carriera all’Inter? Se sarà così arriverà alla Pinetina a parametro zero. Può solo puntare alla risalita.

di MARCO PEDRAZZINI

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