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Barbano (CdS): “Ora provate a criticare Inzaghi: tocca inchinarsi a questo capolavoro”

Il commento del giornalista del Corriere dello Sport, che esalta la prova dell'Inter e il suo allenatore Inzaghi

Non un colpo di fortuna ma il frutto del lavoro. Nell'editoriale sulle colonne del Corriere dello Sport, il giornalista Alessandro Barbano esalta Simone Inzaghi dopo il successo per 2-0 a Lisbona contro il Benfica.

"Perché il due a zero che proietta i neroazzurri verso la semifinale di Champions non è un colpo di fortuna, e non è neanche il colombo uscito dal cilindro di un top player, figura che, stante il perdurante letargo di Lautaro, si fa fatica a individuare nell’Inter. È piuttosto un risultato del gioco di squadra, l’esito di un’applicazione diligente di un modulo che, quando il centrocampo gira, funziona eccome".

Una prestazione perfetta dei nerazzurri in una gara importante quanto complicata sul campo del Benfica, andata dei quarti di finale di Champions League.

"E adesso, dopo lo schiaffo a un Benfica che fino a ieri disconosceva la sconfitta, provate a parlare di inadeguatezza di Inzaghi. E adesso, dopo una partita costruita in maniera perfetta, prima a contenere e spegnere la creatività dei portoghesi, poi a colpire in contropiede, provate a criticare la pertinacia del tecnico piacentino per il suo tre-cinque-due costi quel che costi, come noi stessi abbiano fatto dopo l’ultimo capitombolo dell’Inter in campionato. Adesso tocca inchinarsi a questo capolavoro di tattica, di carattere, di resilienza agonistica".

Un successo costruito lungo l'asse centrale:

"Non solo l’Inter non sbaglia niente, ma s’impossessa del gioco e lo nasconde all’avversario, talvolta proteggendolo dal rischio di vederlo sfumare sui piedi di due attaccanti confusi e poco ispirati, come ieri Dzeko e Lautaro. È questo il grandissimo merito della mediana neroazzurra: aver tenuto palla quando c’era da disinnescare il pressing di Rafa Silva e compagni, ma anche quando c’era il rischio di restituirla troppo presto alla difesa portoghese".

Nella notte di Lisbona brilla la stella di Nicolò Barella:

"È il simbolo di questa elasticità fisica e mentale. Non solo per la sua duttilità agonistica e tattica, ma per una capacità di compenetrarsi nell’obiettivo con un’osservanza che rasenta l’esaltazione. Sulla rasoiata a rientrare di Bastoni, simile a quelle sprecate nel primo tempo da Dzeko e Lautaro, il centrocampista cagliaritano è leggermente in anticipo, ma la torsione con cui colpisce la palla e la spedisce nell’angolo opposto di Vlachodimos è uno scatto della volontà sul confine del possibile".