FC Inter 1908
I migliori video scelti dal nostro canale

ultimora

Barbano (CdS): “Perché un operaio può rischiare la pelle e un calciatore strapagato no?”

Le parole del collega nel suo editoriale di oggi sul Corriere dello Sport

Daniele Vitiello

Alessandro Barbano, collega del Corriere dello Sport, nel suo editoriale di oggi si è interrogato sulle ultime decisioni adottate dal Governo per fronteggiare il Coronavirus: "Si potrà lavorare in un negozio che vende animali, in una profumeria, o piuttosto in una miniera di carbone e in una fabbrica di tessuti. Ma non si potrà correre all’aperto in un campo di 110 per 70. Neanche con un protocollo sanitario e il preventivo impiego di test sierologici e tamponi, in un ambiente protetto, a gruppi di pochi, con spogliatoi separati. Non si può. Il patrimonio delle macchine industriali merita tutela. Quello degli atleti no. Perché? Perché un operaio può rischiare la pelle per millecinquecento euro al mese e uno strapagato calciatore no?".

Prosegue Barbano: "La risposta è politica. Come la decisione. Perché è chiaro anche a un bambino che non c’è niente di scientifico in questa esclusione. Allora i casi sono due. Se la decisione l’hanno presa gli scienziati, e l’hanno poi imposta al governo, vuol dire che l’emergenza sanitaria ha fatto strame, insieme con la salute pubblica, di quel ramo specialistico delle professioni intellettuali che è la competenza politica. Senza la quale una democrazia soccombe al sapere dei tecnici tutte le volte in cui è costretta a chiamarli a Palazzo. Per manifesto complesso di inferiorità. Se invece la decisione l’hanno presa i politici, come sembra lasciar intendere il protagonismo del ministro dello Sport - che se la intesta con una lettera ai media mentre il suo premier parla in tv agli italiani -, allora è legittimo chiedersi qual è il suo significato".