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"Eppure tutto era iniziato con un pasticciaccio brutto proprio di Dimarco e Bastoni, la partita di traverso già dopo 23 secondi. Quell’errore troppo enorme per essere vero dell’azzurro più elettrico è diventato la sberla che forse serviva all’Italia per scuotersi. Ed è nata una nuova sigla, perché ne abbiamo avuta sempre una. La BBC di antica memoria era diventata DBC tre anni fa e si è evoluta in DBB ieri sera. Perché si può essere muro in tanti modi, non solo difensivo: anche mattone che va a infrangere quello avversario. Bastoni, appunto: lui segna solo in Germania, l’unica altra rete in 23 partite prima di ieri era stata a Moenchengladbach, in Nations League, due anni fa. Un gol sempre di testa, ma molto più triste e molto più inutile, il 5-2 di una sconfitta dolorosissima contro i tedeschi".
"Dimarco aveva battuto il corner trasformato da Pellegrini in cross vincente, ma dopo aver disfatto doveva fare: di più. Un assist, per stare in linea con la stagione interista, già nobilitata da otto passaggi gol. Quello per il 2-1 di Barella è stato quasi un guizzo di rabbia per anticipare Asani, ma serviva un colpo di genio per non derubricarlo a pallone schizzato via da un tiro di Scamacca. E Barella in queste cose è un genio, non solo il centro di gravità di una squadra che si è ripreso come se niente fosse: alla faccia di giorni difficili, ma attraversati con la serenità di chi conosce il proprio fisico, sa ascoltarlo, e pure di chi si sente leader dentro, dunque non poteva mancare per un debutto così delicato. Barella di questa Italia è sempre più il miglior marcatore: 10° gol azzurro, ma più che altro un gol da voto 10. Potente e preciso, di collo esterno, rendendo quasi facile ciò che non lo era, bellissimo ciò che poteva diventare presuntuoso", racconta La Gazzetta dello Sport.
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