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Ambrosini: “Dimarco? Esterni così ora in Europa non ce ne sono. Barella…”

Eva A. Provenzano Caporedattore 
L'ex calciatore ha parlato dell'esterno e del centrocampista che ha parlato di recente del suo modo di essere e l'ha colpito per concretezza e dolcezza

«Le squadre che hanno Dybalahanno un modo di giocare con lui e senza. Le squadre di Juric sono brave a far giocare male le altre ma storicamente fanno difficoltà a produrre. Anche Pellegrini diventa importante. Come può ritrovare la verve? Stando bene e se i suoi compagni lo mettono in condizioni di incidere. È un ragazzo che se fisicamente sta bene e la sua condizione gli permette di fare bene in fase offensiva, con il fisico può fare bene anche in fase di possesso. Dovbyk attacca bene gli spazi e sa concludere di sinistro principalmente ma anche di stazza e di testa. Uno dei giocatori più importanti nella fase offensiva della Roma». Così Massimo Ambrosini prima della sfida tra Roma e Inter ha parlato dei giallorossi nell'analisi pre-gara di DAZN.

Sull'Inter, l'ex giocatore ha detto: «Indubbio che il tema dei cambi sarà importante, dopo questa ha altre due gare importanti e ci sarà una gestione e poi bisognerà vedere i risultati. Gli allenatori si fanno scalette ipotetiche ma poi sul campo può succedere di tutto. Vincere di nuovo? Bastoni stesso ha detto che bisogna non voler prendere gol, è un aspetto psicologico, della motivazione, di stare sul pezzo, c'è sempre quella discriminante che fa fare la differenza e quest'anno ci deve essere più attenzione dopo due campionati chiusi a febbraio. Quest'anno bisognerà fare fino in fondo attenzione a tutti i dettagli».

«Troppi impegni? L'Inter è chiamata ad un ciclo di ferro, è abbastanza messa bene in CL e ha una partita alla sua portata. L'Inter avrà il Mondiale per Club avrà un altro mese di stress. Dobbiamo diminuire le partite, ma ci giriamo attorno da tempo. Le soluzioni non sono facili da trovare e vanno ovviamente coinvolti i giocatori. Tanti gol incassati? Credo che siano più dovuti alla mancata di concentrazione», ha continuato l'ex calciatore.

La dolcezza di Barella

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«Le parole di Barellanell'intervista a Caccia? Lui parla poco, si espone poco. Ed è stato bello vedere come genuinamente ha posto l'accento sul suo non vendersi, una frase ricorrente perché vuole essere vero e non vuole apparire qualcosa di di diverso dall'essere reale. Quindi è pratico, non ama le cose futili e non si consegna in maniera frivola. Vuole far capire che si merita quello che ha. Ha rivendicato ruolo e crescita, in maniera dolce che mi ha fatto piacere da vedere in un ragazzo così genuino, un ragazzo sardo che continua a testimoniare questo modo di essere. Sta crescendo la libertà che hanno i giocatori e gli sportivi in generale di venire fuori con le proprie fragilità e non bisogna abusarne per non banalizzarlo. Chi ne parla rende anche quello che fanno questi ragazzi più umano agli occhi della gente», ha affermato l'ex giocatore del Milan sul centrocampista nerazzurro.


Dimarco unico

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«Dimarco? Jordi Alba è diverso rispetto a lui ma in termini di efficacia offensiva incideva tanto come lui. Per importanza dal punto di vista offensivo è importante. Dimarco non  è solo uno che corre ma tecnicamente sa ragionare e questo modulo può lasciare qualcosa dietro perché ha Bastoni vicino. Ha una capacità di incidere in zona gol con un mancino da attaccante, assiste e conclude. È un esterno che gioca e in questo momento così in Europa non ce ne sono. La Thula? Tra le migliori coppie d'attacco d'Europa se non la migliore per come giocano e per l'importanza che hanno nella squadra. Lautaro pallone d'oro? Ha fatto tantissimo, ma sulla sua strada c'è stato chi è bravissimo», ha detto del giocatore nerazzurro.

(Fonte: DAZN)