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CorSera e l’elogio a Barella: “Non sa cosa vuol dire ‘fermarsi’. Nell’ultimo anno…”

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L'edizione odierna del Corriere della Sera traccia un profilo di Nicolò Barella, protagonista in campo e fuori con la Nazionale e con l'Inter

Matteo Pifferi

L'edizione odierna del Corriere della Sera traccia un profilo di Nicolò Barella, protagonista in campo e fuori con la Nazionale e con l'Inter. "Se c’è da fare qualcosa in più, «Bare» è sempre in prima fila, se c’è da fare un salto di qualità lui si fa trovare pronto, se c’è da crescere e da trascinare lui è lì davanti. A tirare la carretta", spiega infatti il quotidiano che, riprendendo un'analisi del Times, lo definisce anche come "una volpe che riesce a infilarsi nelle sbarre di una cancellata".

Dopo la prestazione non brillante con l'Austria, Barella si è espresso al meglio contro il Belgio e ha confermato perché, per Mancini, è diventato insostituibile. "Giovane papà di tre bambine, con una moglie di sette anni più grande, ex modella ma appassionata di motocross, un bulldog di nome LeBron come il suo idolo cestistico, Barella non ha nel suo vocabolario il verbo «fermarsi». Non a caso è l’azzurro che negli ultimi 12 mesi, del tutto anomali, oltre a collezionare vini pregiati, ha messo insieme più presenze: 69. Wembley merita un ultimo sforzo, possibilmente doppio", la chiosa del CorSera.

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