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Batista: “Lautaro top al mondo. E’ felice all’Inter, ma mi disse che voleva andarsene dopo…”

Marco Macca Redattore 

Intervistato da Sportitalia, Fernando Batista, ct del Venezuela, ha parlato anche di Lautaro Martinez, con il quale ha lavorato anni fa

Intervistato da Sportitalia, Fernando Batista, ct del Venezuela, ha parlato anche di Lautaro Martinez, con il quale ha lavorato anni fa ai tempi dell'Argentina U-20:

Ha lavorato con un più giovane Lautaro: oggi è fra i 5 migliori attaccanti al mondo?

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"Non ci sono dubbi su questo: è sempre più sicuro di quello che può fare e dare. In un calcio dove per gli attaccanti la vita è sempre dura. Sappiamo come si lavora in Italia a livello difensivo. Lautaro l'ho avuto anche lui con l'Argentina e ricordo quanto fosse competitivo. Ha nel gol una sorta di questione personale, non si accontenta mai di quello che fa: se ne fa 1 o 2, poi vuole ad ogni costo fare il terzo. È potente ed ha molta forza. Oggi siamo in presenza di uno dei migliori attaccanti del Mondo".

A proposito della sua competitività: lei come lo 'calmava' in campo? È uno degli aspetti sui quali sembra aver lavorato di più, quello della calma.

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"(Ride, n.d.r.) Questo nervosismo fa parte della sua competitività. È una cosa buona quando un calciatore, di suo, non si accontenta. E lui vuole sempre di più e vive per il gol".

L'Inter è il posto ideale dove esprimersi per lui, oggi?

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"Lo vedo molto a suo agio e felice in un posto dove per prima cosa ha un vicepresidente come Zanetti: Pupi, in questi momenti difficili che può passare un calciatore, conoscendo bene il club ed i tifosi sa quali parole usare per incoraggiarti. All'Inter gli argentini hanno fatto la storia e lui si trova in un momento del club molto buono, competitivo, lotta per lo Scudetto e per arrivare in fondo in Champions".


Ha raccontato di quando addirittura, dopo un derby al suo primo anno a Milano, le disse di voler lasciare l'Inter.

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"Era un momento in un normale processo di adattamento che ovviamente anche lui dovette affrontare, come tutti i giovani che sono appena arrivati in Europa. Ai giovani in quei momenti dico sempre che l'importante è essere forti nella testa, perché è normale doversi ambientare ad un nuovo Paese, cultura, tipo di calcio".

(Fonte: Sportitalia)


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