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Batistuta: “Torno nel calcio ma con qualcosa di serio, non in una giungla. L’Argentina…”

Gabriel Omar Batistuta, direttamente dall’Argentina, è tornato a parlare di sé. L’ex Fiorentina, Roma e Inter è stato intervistato da TyC Sports, e dopo anni in cui la sua esposizione mediatica è stata minima, Bati-gol non ha escluso un...

Dario Di Noi

"Gabriel Omar Batistuta, direttamente dall’Argentina, è tornato a parlare di sé. L’ex Fiorentina, Roma e Inter è stato intervistato da TyC Sports, e dopo anni in cui la sua esposizione mediatica è stata minima, Bati-gol non ha escluso un possibile ritorno nel mondo del calcio: "Se ad un certo punto arriverà qualche progetto, tornerò ad allenare, ma deve essere qualcosa di serio all’interno di una struttura ben organizzata. Ho voglia di trasmettere quello che ho appreso e quello che so, ma allo stesso tempo non voglio proprio entrare in una giungla. Possibile farlo nel calcio argentino? Oggi non allenerei nel calcio argentino, perché i tecnici qui si muovono in un ambiente in cui io non sarei capace di fare bene. Dovremmo cambiare qualcosa nella gestione e nell’organizzazione del calcio. Io non sono per niente d’accordo sulla gestione del nostro calcio".

"Batistuta ha poi parlato della nazionale Albiceleste. Sia in ottica Copa America che per i Giochi Olimpici, il massimo goleador dell'Argentina ha raccontato questi suoi pensieri: "Gli attaccanti della Seleccion sono un punto di forza incredibile. Possono essercene altri, ma non ce ne sono di migliori. A me, se fossi un difensore, non piacerebbe affrontarli. Quando guardo la formazione, non posso credere al potenziale enorme che abbiamo. Penso che Sergio Aguero e Gonzalo Higuain possano giocare assieme, io li metterei due numeri nove se vedo che uno solo non mi dà un risultato. E' divertente essere da soli al centro e ricevere sostegno dagli esterni, dipende dall’intelligenza dei due nove la possibilità di giocare assieme o meno. A volte, uno deve sacrificarsi per l’altro, per il bene della squadra. Hernan Crespo e io potevamo giocare assieme, eravamo due persone intelligenti. Non giocava l’ego, volevamo solo vincere con la Seleccion. In ogni caso, l’allenatore è colui che decide, anche se è difficile lasciare qualcuno fuori. Immagino che il Tata sarà contento di avere questo problema, così come chiunque altro vorrebbe averlo".

"(TyC Sports)

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