Quello che oggi succede con Dimarco.
«Io l’ho avuto nelle Under della nazionale. Si vedeva potesse diventare un ottimo giocatore».
L’Inter ha stradominato il campionato.
«Simone Inzaghi è arrivato in punta di piedi, in molti avevano un punto di domanda su di lui. Oggi è tra i migliori allenatori. La squadra, con tanti parametri zero, è coesa. Le svelo una cosa che ho notato alla festa di Natale: anche gli ultimi giocatori arrivati all’Inter sembra sia nerazzurri da dieci anni. Questa cosa mi ha colpito. In gruppo capitano le incomprensioni, questi stanno bene insieme. Io ho vissuto degli anni in cui facevamo fatica a salutarci negli spogliatoi. Oggi si capisce come siano uniti per davvero».
L’obiettivo resta la seconda stella.
«Io non sono superstizioso. Arriverà. C’è dietro un lavoro preciso. Ci sono sempre le schegge impazzite di alcuni campionati, ma questo non sarà il caso. L’Inter ha carisma e personalità, la situazione è più che positiva».
Chi decide il derby?
«Nel derby non si sa mai, ai miei tempi quando eri favorito, vincevano gli sfavoriti. Quando siglai una doppietta c’era chi prima della partita disse che non dovessi giocare per via del campo pesante, che non avrebbe fatto risaltare le mie qualità tecniche. Poi chiaro che ci sono sempre i numeri uno che fanno la differenza: direi Thuram e Lautaro».
Chi teme del Milan?
«Bisogna stare attenti a Leao, che magari non la prende per venti minuti ma può avere in canna colpi importanti».
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