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Beccantini: “Spalletti? Né aureola prima, né ghigliottina oggi. Col PSV non è colpa sua se…”

MILAN, ITALY - DECEMBER 11: Head coach Luciano Spalletti looks on during the UEFA Champions League Group B match between FC Internazionale and PSV at San Siro Stadium on December 11, 2018 in Milan, Italy.  (Photo by Marco Luzzani - Inter/Inter via Getty Images)

L'analisi del giornalista sul cambio di pensiero, di alcuni tifosi e stampa, sul mister

Matteo Pifferi

Sulle colonne de La Gazzetta dello Sport, Roberto Beccantini ha voluto spezzare una lancia a favore di Luciano Spalletti e di quegli allenatori messi alla "ghigliottina" dopo alcuni risultati negativi:

"Sono pochi a non abbandonare il carro mentre vi scende colui che, fino alla notte del 29 ottobre, era il vincitore indiscusso. Luciano Spalletti, retrocesso dalla Champions in Europa League. Era un lunedì sera, e l’Inter aveva asfaltato la Lazio all’Olimpico: 3-0. La data è importante. Un mese e mezzo fa. Sabato 3 novembre si giocò Inter-Genoa. Il Genoa (di Ivan Juric, ancora) aveva recuperato la partita con il Milan appena tre giorni prima, si ripresentò a San Siro sfinito, ne prese cinque. E così i successi consecutivi dell’Inter, e di Spalletti, diventarono sette. Come sette erano stati ai tempi di Stefano Pioli".

SU SPALLETTI - "Da allora, compresi gli impegni di coppa, due vittorie in otto gare: con Frosinone e Udinese in casa. Non discuto: l’uomo di Certaldo avrà anche le sue colpe e, nei momenti cruciali, quel braccino corto che riassume la responsabilità più «chiara ed evidente», come direbbero alla Var. Ciò premesso, riesumiamo per un attimo la «salma» dell’1-1 con il Psv Eindhoven e chiediamoci: ha sbagliato più il mister, nello sganciare Antonio Candreva, di cui - fra parentesi - ricordo frammenti alla Kevin De Bruyne (una volta, certo: non oggi e neppure ieri), o Kwadwo Asamoah a farsi soffiare il pallone dal quale Hirving Lozano avrebbe poi estratto il veleno fatale?".

ALLENATORI INTER - "Dal 2010, anno di José Mourinho e del Triplete, l’Inter di Massimo Moratti, dell’indonesiano Erick Thohir e dei cinesi di Suning ha avvicendato la bellezza di undici tecnici. Nell’ordine: Rafa Benitez, Leonardo, Gian Piero Gasperini, Claudio Ranieri, Andrea Stramaccioni, Walter Mazzarri, Roberto Mancini, Frank de Boer, Stefano Vecchi, Pioli, ancora Vecchi, per finire a Spalletti. Ultimo trofeo, la Coppa Italia di Leonardo (2011), con il fattivo contributo degli eroi del Bernabeu. L’allenatore è importante, ci mancherebbe, ma gode di un rango che va dal deus ex machina al «capo» espiatorio.".

MERCATO - "Ivan Perisic non è il fiammeggiante D’Artagnan del Mondiale? Mercato ci cova. L’acquisto di Radja Nainggolan venne celebrato con fuochi d’artificio non meno fragorosi dei botti di Capodanno. Luciano sbagliò a rischiarlo sulla sabbia di Wembley, ma il gol di Eindhoven, all’andata, non vi dico che razza di incenso aveva alzato e diffuso. La mano del «domatore» va e viene, al guinzaglio esclusivo (o quasi) dei risultati. Spalletti non giustificava l’aureola prima e non merita la ghigliottina oggi".

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