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Una squadra fortissima.
—«La notte precedente alla semifinale non riuscii a chiudere occhio. Ero in stanza con Prati. Giocammo a carte per ore nel tentativo, vano, di allontanare la tensione».
Ma poi l'Italia ebbe la meglio...
—«Io segnai all'inizio, Schnellinger pareggiò due minuti dopo lo scadere del 90esimo».
Stoica l'immagine di Beckenbauer dolorante dal 64', con una spalla lussata (dopo un «rude» contrasto col nostro Cera) che non si fa sostituire e continua fino alla fine con una fascia che gira attorno al corpo e gli blocca il braccio...
—«Il simbolo in carne ed ossa del condottiero».
Un uomo vero.
—«Sì, un uomo vero. Un direttore d'orchestra. Competente e autorevole. In campo come nella vita. Anche se, fuori dal rettangolo di gioco, non ho avuto l'opportunità di frequentarlo».
Beckenbauer, considerato da molti il «miglior difensore di tutti i tempi», è stato anche un grande allenatore.
—«Ha vinto i Mondiali sia da giocatore sia da ct della nazionale. Inutile aggiungere altro...».
Da oggi il calcio, senza Franz, è un libro di storia con una pagina in meno.
—«No. Con una pagina in più».
(Il Giornale)
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