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Bellugi: “Il gol al Gladbach, lo Scudetto del ’71, la finale con l’Ajax: che ricordi!”

L'ex difensore dell'Inter ripercorre la sua carriera

Fabio Alampi

A"Kick Off", il podcast prodotto dall'Inter e disponibile sui canali ufficiali del club nerazzurro, è intervenuto Mauro Bellugi, lo sfortunato ex difensore interista reduce dal grave problema di salute che l'ha costretto all'amputazione delle gambe: "Ora non c'è male, procede abbastanza bene. La cosa è un po' lunga, ma tutti i giorni ci sono dei miglioramenti. È stata durissima, potete immaginare. Ora sono già nella fase riabilitativa, il fisioterapista mi sta facendo lavorare sui muscoli, vediamo cosa riusciremo a fare. Poi metterò le protesi e se non riuscirò a battere Pistorius, arriverò secondo!", racconta ridendo.

Sulla sua carriera: "Il ginocchio mi ha stoppato tre volte in carriera, una volta per quasi un anno, prima del Mondiale in Argentina. Sono stato anche sfortunato, avrei potuto vincere il campionato del mondo nel 1982, se non mi fossi infortunato probabilmente Bearzot mi avrebbe portato. Un solo gol segnato in nerazzurro? Lo ricordo, ma c'è una cosa che dovete sapere: quando io giocavo in quell'Inter c'erano Suarez, Corso, Mazzola, Boninsegna, Jair, Pertini, Bedin... Se io mi azzardavo a superare il centrocampo mi sarebbero saltati addosso tutti, dovevo passar loro la palla e tornare al mio posto. Una volta il difensore doveva difendere, l'attaccante fare gol. Quello che successe contro il Gladbach non lo ricordo neanche, dopo un calcio d'angolo mi ritrovai la palla al limite dell'area e io tirai d'istinto. Poi mi abbracciarono tutti, non avevo mica capito cosa avevo combinato! Al momento ero scioccato.

Quando mi comprò l'Inter giocavo mezz'ala, in tre anni ho vinto due scudetti Primavera in quel ruolo. Come ala destra c'era Oscar Damiani: andava fino in fondo e crossava, io segnavo anche 10-15 gol, uno anche nella finale del campionato. Arrivato in prima squadra, Herrera mi ordinò di rimanere dietro: era un ordine! Aveva ragione, Suarez e Mazzola erano migliori, lasciamoli fare".

Infine, spazio ai tre migliori momenti vissuti con la maglia dell'Inter: "Il gol al Borussia, lo scudetto del '71, quando eravamo 7 punti dietro al Milan e siamo riusciti a recuperare, e poi la finale di Coppa dei Campioni persa l'Ajax. Quando vidi Cruijff alzare il trofeo, mi girarono le palle. È un ricordo brutto, vero, ma non capitava di giocare spesso le finali a quel tempo: solo la prima andava in Champions League. Io ero amico di tanti olandesi, venivano a trovarmi in Sardegna: avevano un'altra mentalità, bevevano fino alle 5 della mattina e poi, ubriachi fradici, si spogliavano e in mutande facevano 20 km di corsa".

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