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Benassi: “Contento del Torino. Sono qui per crescere, adesso pensiamo a…”

Il neo centrocampista del Torino Marco Benassi ha parlato a Torinogranata.it del suo arrivo in Piemonte e dei propri obiettivi stagionali:  Già a gennaio sapeva che sarebbe venuto al Torino, poi c’è stata la soppressione delle...

Francesco Parrone

Il neo centrocampista del Torino Marco Benassi ha parlato a Torinogranata.it del suo arrivo in Piemonte e dei propri obiettivi stagionali: 

Già a gennaio sapeva che sarebbe venuto al Torino, poi c’è stata la soppressione delle comproprietà che ha un po’ complicato la sua situazione che è stata infine sbloccata. Come ha vissuto questo periodo? “Appena ho saputo che il Torino era interessato a me sono stato contento. L’anno scorso ero al Livorno, ma vedevo come giocava il Torino e questo aumentava la mia contentezza di approdare in granata. E’ vero che poi la trattativa si è complicata, ma sono sempre stato sereno perché mi hanno sempre tranquillizzato che il tutto sarebbe andato a buon fine, com’è accaduto”.

Quando è stata la prima volta che ha parlato con Ventura? “Ho parlato con il mister la prima volta qui in ritiro a Bormio, prima avevo sentito il direttore sportivo Petrachi e nell’occasione avevamo scambiato due chiacchiere”.

Da una parte lei deve inserirsi in un nuovo contesto e dall’altra si trova a farlo in una zona del campo, la mediana, dove ci sono delle differenze rispetto allo scorso campionato in termini di uomini. Come affronta questa situazione? “Sono sereno perché sono venuto al Torino con lo spirito d’imparare tanto, del mister mi avevano parato molto bene e lo sto testando in questi primi giorni. Il gruppo è e fantastico e mi hanno fatto integrare subito bene, quindi oltre ad imparare il più possibile, come dicevo, vorrei dare il maggior contributo possibile alla squadra”.

Per caratteristiche tecniche che tipo di giocatore si sente? “Sono un centrocampista e una mezz’ala. Due anni fa mi facevano giocare più davanti alla difesa, ma l’anno scorso sia mister Nicola sia mister Di Carlo mi hanno messo a fare la mezz’ala e devo dire che mi sono trovato meglio. Ovviamente se dovessi giocare anche in altra posizione lo farei, sono a disposizione”.

Chi le sta dando il maggior aiuto a inserirsi? “Appena sono arrivato il primo è stato Vives, essendo in camera con lui è il primo con il quale ho approcciato. In seguito tutti, Moretti, Bovo, Gazzi e anche Nocerino, tutti i giocatori più esperti mi stanno facendo capire com’è la situazione. Il gruppo è unito e lo si vede, il tifo è caldissimo quindi mi sto trovando in una bella situazione”.

Anche Livorno è una piazza molto calda, quindi è già un po’ abituato a reggere la pressione dei tifosi? “Sì sì”.

Fra venti giorni c’è l’Europa League, lei che è fra i più giovani sente l’importanza di questo debutto? “Sarà un impegno difficile, ma è importantissimo perché dopo tanti anni il Torino è riuscito a raggiungere questo traguardo, quindi dobbiamo fare di tutto per fare bene e passare i turni preliminari e arrivare alla fase a gironi. Sono giovane, ma la vivo serenamente consapevole che c’è da dare tanto”.

Solo il diciotto si saprà il nome dell’avversario, fra voi giocatori c’è già una sorta di toto preferenze oppure no? “Non ne abbiamo parlato e non se ne parla, pensiamo solo a lavorare e quando sapremo il nome dell’avversario vedremo”.

State lavorando parecchio sul possesso palla e sulla circolazione veloce della sfera, saranno questi due aspetti il cardine del gioco? “Sì, sicuramente. Questi aspetti li avevo notati già l’anno scorso quando vedevo le partite del Torino che ovunque giochi, in casa o fuori ha la mentalità vincente. Per questo motivo è importante tenere la palla e quest’aspetto viene curato molto dal mister, soprattutto con noi nuovi che siamo in parecchi e stiamo cercando di capire i meccanismi”.

I nuovi schemi di gioco li trova più o meno difficili da imparare rispetto a come se li spettava? “Come ho detto prima quando a gennaio ho saputo che sarei venuto al Torino ero rimasto molto affascinato dal gioco che la squadra granata esprimeva e da come giocava la palla. La mentalità al Torino è diversa rispetto a quella dell’anno scorso a Livorno, certamente bisogna capire i meccanismi, ma una volta che saranno appresi credo che in campo ci troveremo bene”.

Si dice che in Italia i giovani stranieri siano più idolatrati dei pari età italiani, secondo lei è vero? “Personalmente questa cosa non l’ho mai patita, non sono stato mai a guardare gli altri e ho pensato sempre a fare il mio e gli allenatori nei miei confronti si sono sempre comportati come con tutti gli altri compagni".

Qualcuno le ha spiegato che cos’è il Toro? “Sì, me ne hanno parlato tra gli altri il mister. E’ stato uno dei primi discorsi che ci ha fatto soprattutto a noi nuovi: è una piazza dove si pretende tanto, giustamente visto il passato che ha, e noi siamo pronti a dare tutto, il cento per cento, in ogni partita. I tifosi si aspettano tanto da noi e noi dovremo cercare di ripagarli al meglio”.

Squadra e società hanno come obiettivo ripetere il campionato scorso e arrivare alla fase a gironi dell’Europa League. Quali sono, invece, i suoi obiettivi per questa stagione? “Continuare il mio percorso di crescita che è iniziato due anni fa e ho già visto che con mister Ventura avrò modi di migliorare ancora e sicuramente la cosa più importante sarà di cercare, quando sarò chiamato in causa, di dare il mio contributo alla squadra per raggiungere i risultati prefissati”.