"Entrambe hanno vinto senza convincere del tutto. Spagna e Italia hanno il potenziale per migliorare, prognosi incerta", ha detto Benitez
Rafa Benitez, intervistato da Repubblica, ha parlato di Italia-Spagna di questa sera: «Non amo le previsioni e non le indovino quasi mai, però ho la sensazione che stasera possa finire con un bel pari».
Lo dice perché questa è la sua partita del cuore, Benitez?
«Differente, speciale: mi piacerebbe di più parlarne se fosse la finale».
Nel suo cuore c’è anche l’Italia?
«Quando ci torno mi sento a casa».
Che ricordi ha? Belli e brutti...
«Ho allenato a Milano e Napoli, la Serie A era un torneo competitivo, passione e tifoserie calorose. Ora c’è un’ulteriore rinascita, con risultati eccellenti nelle Coppe. L’Italia sta recuperando il suo livello ed è un bene. Non mi piacevano perdite di tempo e simulazioni, aumentate pure in Spagna. Sarei per un utilizzo più incisivo del Var, sanzioni anche a gare concluse. Sarebbe un deterrente per i giocatori e faciliterebbe il lavoro degli arbitri».
Ritornerebbe in Italia, al netto?
«La Serie A è un gran palcoscenico, ma tornerei solo per una squadra competitiva, non per sopravvivere».
Pensa che la Serie A abbia ridotto il gap anche rispetto alla Liga?
«Parlano i vostri risultati in Europa. In Spagna, con il controllo finanziario di adesso, è difficile migliorare in breve tempo le squadre. Può succedere che arrivi Mbappé, ma è un’eccezione. La Liga vive un periodo economico non facile e la Serie A potrà avvicinarla di più. C’è pure un’evoluzione tattica».
È strano che l’Italia faccia più possesso palla della Spagna?
«Spalletti vuole il pallone tra i piedi dei suoi, mentre la Spagna ha avuto meno possesso della Croazia. Ma il risultato è stato 3-0. Conta creare situazioni da gol e non palleggiare per il solo gusto dell’estetica».