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Torna a parlare Rafa Benitez, allenatore dell’Inter dopo la vittoria del Triplete del 2010. Ecco le dichiarazioni del tecnico a La Gazzetta dello Sport sulla corsa scudetto e non solo: «Per gli azzurri sarebbe un traguardo incredibile perché la storia dice che vincere lì è più difficile che a Milano e sono orgoglioso che tra i miei 13 titoli, 2 li abbia conquistati col Napoli».
Vede una favorita?
«Gli equilibri sono troppo sottili, sarà un finale incerto fino all’ultimo dove Milan, Napoli e Inter hanno le stesse possibilità. Credo che la Juve ormai sia fuori dai giochi, ma sono certo che andrà in Champions».
Sembra di capire che un trionfo azzurro la farebbe felice.
«Al di là dei trofei, ho sempre cercato di lasciare un’eredità ed è per questo che sono molto legato ai club dove ho allenato. Ma a Napoli sono rimasto più tempo rispetto a Milano. È una questione di “legacy”, come dicono gli inglesi, ed è stata più marcata: Insigne, Mertens e Koulibaly sono ancora importanti».
Ha guidato per poco tempo l’Inter. Il rimpianto maggiore?
«La mia carriera si basa sul miglioramento della squadra, anche col mercato. Non c’erano risorse necessarie per rinnovare la rosa. Il caso di Coutinho fu emblematico, allora sconosciuto ma che poi si è rivelato una plusvalenza importante. Al Real successe la stessa cosa e lanciai un giovane Casemiro in un contesto dove tanti grandi calciatori non erano tatticamente compatibili tra loro».
Cosa serve ai nerazzurri per tornare grandi in Europa?
«Devono avere continuità negli anni, sono rimasto colpito di quello che ho visto contro il Liverpool. Purtroppo in questi casi gli errori si pagano subito. L’importante però è rimanere sempre a certi livelli, ha le qualità e la stabilità economica per farlo. Basterà fare sempre un po’ meglio senza interrompere la crescita».
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