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Il suo record di presenze in nerazzurro, 756, sembrava imbattibile, e solo un altro monumento come Javier Zanetti, suo erede naturale, è riuscito a superarlo. Capitano dell’Inter, fu anche il capitano della Nazionale, che nelle Notti Magiche del 1990 non riuscì a vincere il Mondiale casalingo, il più grande cruccio sportivo di una generazione di fenomeni, Bergomi compreso. Oggi è uno dei più apprezzati in Italia a raccontare il calcio, e mette al microfono quello che metteva in campo: correttezza, rigore morale, capacità di analisi e passione.
Giuseppe Bergomi è il più giovane debuttante della storia dell'Inter. Il suo posto nella storia nerazzurra ha iniziato a ritagliarselo fin dalla prima volta in cui ha messo un piede in campo con la maglia nerazzurra. Maglia che non si è più tolto, mai. Aveva 16 anni e 39 giorni quando Bersellini lo fece debuttare in Juventus-Inter di Coppa Italia. Era il 30 gennaio 1980. Bergomi, nato a Settala, periferia di Milano, aveva già piglio deciso.
Le gambe non gli sono mai tremate, nemmeno quando, 18enne, ha vinto da protagonista il Mundial '82. Lo chiamavano "Zio", e zio è rimasto per tutti noi interisti. Serio, affidabile, forte. Difensore, simbolo, capitano. 20 anni di Inter lo hanno condotto dall'adolescenza all'alzare coppe con la fascia da capitano. Lo Scudetto dei record, perla unica degli anni '80, le Coppe Uefa degli anni Novanta.
Dal 2020 fa parte della Inter Hall of Fame: un riconoscimento prestigioso e inevitabile, per chi ha vissuto una vita intera con l'Inter, con questi risultati straordinari.
Oggi compie 60 anni: allo Zio, da parte di tutta la famiglia nerazzurra, i migliori auguri di buon compleanno!
(Fonte: inter.it)
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