Andrea Beretta è l'ex Capo della Curva Nord che a settembre ha ucciso Antonio Bellocco, uomo della n'drangheta calabrese. È stato arrestato per l'omicidio e da lì, nell'inchiesta Doppia Curva, sono arrivati qualche mese dopo gli arresti che hanno raso al suolo i direttivi delle curve di Inter e Milan. Il quotidiano Il Giorno ha pubblicato nelle scorse ore alcune parti del verbale con le dichiarazioni di Beretta che ha deciso di collaborare con la giustizia.


Ultim'ora
ultimora
Caso Ultras, verbale Beretta: ecco perché Bellocco era entrato nel direttivo
Ha spiegato per esempio come mai ha deciso di coinvolgere nel direttivo della Curva Nord Antonio Bellocco, l'uomo che poi ha ucciso. "Lo abbiamo fatto per mantenere il controllo dello stadio, per difendere la Curva Nord dall’invasione dei neofascisti di Hammerskin (gruppo neonazista formatosi in Texas alla fine degli anni ’80)", ha spiegato. In sostanza lui e Marco Ferdico, altro capo della Nord, per difendersi si sono riferiti a 'forze esterne' e la loro decisione si è rivelata fatale.
LEGGI ANCHE

«Gli Hammer dopo la morte di Boiocchi si presentano a casa di Debora e le prendono la cassa della Curva». Il gruppo di Beretta reagisce. Lui e Ferdico si presentano a casa del leader degli Hammer, Domenico “Mimmo” Bosa. La prima volta erano andati a parlare con il capo degli Hammer portandosi dietro 'tale Salvatore' che secondo Ferdico «era uno pesante, di una famiglia calabrese, che poteva fare comunque delle pressioni per farci ridare la cassa». Ma «quando arriviamo sopra vediamo che non aveva la stoffa di quella roba lì», tanto che Bosa fa la voce grossa e insulta Ferdico. Beretta spiega che gli Hammer si ritenevano i successori di Vittorio Boiocchi. Insomma, la situazione non si risolve.

La seconda carta
—E così arriva l'altra carta di Ferdico che disse a Beretta che sarebbe arrivato un altro uomo a dare una mano. Nel verbale si legge: «Guarda che c’è questo personaggio, viene su questo ragazzo che ci aiuterà a risolvere». E si tratta ovviamente di Antonio Bellocco. Con lui tornano dal leader degli Hammer. «Lui mi dice, “adesso quando andremo a casa di questo qua tu devi dire che ci conosciamo da tanto tempo”». Io, dice Beretta, gli «ho descritto che Bosa era il capo di questa frangia politica che erano gli Hammerskin, che era ai domiciliari per robe di estorsione, che aveva fatto la galera».
Sull'incontro con il leader degli Hammer Beretta nella sua confessione racconta: «Io tiro un pugno sul tavolo mi arrabbio con gli Hammer. L’odio che c’ho io è sempre nei confronti loro, perché nelle mie problematiche maggiori ci sono sempre stati loro». Alla fine Bellocco convince gli Hammer a fare un passo indietro rispetto alle pretese sulla Curva. E aver risolto quella situazione gli permette di entrare nel direttivo della Curva Nord.
Su questo Beretta spiega: «Antonio me l’ha sempre detto che per loro era una roba di prestigio che avessero le mani dentro la Curva Nord, in termini criminali. Le referenze all’interno del contesto delle Curve, è un po’ una roba che fa gola a queste associazioni criminali». I dissapori nascono per come Beretta gestisce la cassa: «Io non avevo niente da nascondere. Ma questa è gente che non ha mai lavorato, non sa cosa vuol dire lavorare». Da quei dissapori capisce che: «Mi vogliono stirare». Nella colluttazione in un Smart, il 4 settembre 2024, è lui ad uscire vivo e a morire è Bellocco.
(Fonte: Il Giorno - Calcio e Finanza)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il tuo commento verrà moderato a breve.
Puoi votare una sola volta un commento e non puoi votare i tuoi commenti.