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Bergomi: “L’Inter può vincere l’Europa League. Conte? Mi sembra di sentire Trapattoni”

L'analisi dell'ex capitano nerazzuro

Fabio Alampi

Giuseppe Bergomi, ex capitano e bandiera dell'Inter, in un'intervista concessa a Tuttosport ha analizzato il momento attraversato dai nerazzurri.

Bergomi, domanda secca: l'Inter può vincere l'Europa League?

"Sì la può vincere. Detto questo, ora ci saranno sfide secche, non si potrà sbagliare e quindi potrebbero esserci delle sorprese. Anche perché con tutto quello che è successo, è difficile dire che sia favorito, se chi ha giocato molto come le squadre italiane o inglesi, o chi, come le spagnole o le tedesche, è fermo da più settimane. Devo dire che per quanto riguarda l'Inter, mi sembra che la squadra stia bene, sia in salute. Ho commentato personalmente la sfida col Napoli e poi ho seguito la vittoria a Bergamo con l'Atalanta. Ho visto una buona Inter. Di sicuro i nerazzurri, essendo favoriti sulla carta, avranno maggiore pressione, ma hanno tutto per battere il Getafe".

Gli spagnoli che avversario saranno per l'Inter?

"Il Getafe ha finito male il campionato, non è ripartito bene dopo il lockdown, però rimane una squadra rognosa, che difende in blocco, che concede pochi spazi per poi ripartire in contropiede. L'Inter contro squadre del genere ha faticato in campionato, tant'è vero che ha fatto più punti in trasferta. Secondo me l'Inter dovrà avere pazienza, sfruttare le combinazioni fra le due punte come avveniva soprattutto a inizio campionato. Sarà fondamentale la velocità della manovra. L'Inter non ha un giocatore che salta l'uomo, forse c'è Sanchez, ma ora penso sia dura rinunciare in partenza a Lautaro, quindi sarà importante giocare rapidamente. E, come detto, servirà pazienza, non farsi innervosire".

L'esito dell’Europa League potrebbe cambiare i giudizi sulla stagione nerazzurra?

"Sì, assolutamente. E come sempre, direi. In Italia critichiamo anche chi vince, ne sanno qualcosa la Juventus e Maurizio Sarri. Se l'Inter farà un bel percorso in Europa League e dovesse addirittura vincerla, la stagione sarebbe molto positiva con il secondo posto in campionato e la coppa. Secondo me non era scontato arrivare secondi in Serie A. L'Inter è partita forte, poi ha avuto un calo importante prima del lockdown che le è costato il lottare per lo scudetto fino alla fine: le sconfitte con Juventus e Lazio hanno pesato a livello di convinzione più dei passi falsi alla ripresa con Bologna e Verona".

Finora che voto darebbe all'annata nerazzurra?

"Diciamo 6.5, che ovviamente si alzerebbe con un buona Europa League".

Che spiegazione si è dato degli ultimi pesanti sfoghi di Conte?

"Quando vivi ambiente l'Inter, e io l'ho vissuto per tanti anni, hai sempre l'impressione che le pressioni dall'esterno siano più forti. Quando giocavo, da dentro, mi dicevo che la Juventus aveva maggiore protezione all'esterno, il Milan aveva le tv dietro, mentre noi eravamo delle banderuole al vento. Quando ascolto Conte, mi sembra di sentire il Trap quando diceva che allenare l'Inter era come stare in una centrifuga. Io per un verso lo capisco quando dice che non viene valutato bene il suo lavoro, dall'altro credo che voglia stanare la società, farla crescere a tutti i livelli. Detto ciò, trovo che l'ultima uscita dopo la gara con l'Atalanta sia stata molto forte, forse troppo".

Ma secondo lei c'è margine per proseguire insieme o Conte ha voluto porre le basi per una separazione?

"Non lo so, lui senza dubbio ce l'ha con determinate persone. Mentre lo ascoltavo, mi chiedevo: "Perché sta facendo così?". Con le sue parole Antonio ha voluto ricompattare la squadra parlando bene di tutto l'ambiente di Appiano, infatti ha citato Oriali, i magazzinieri e chi lavora al centro sportivo. Conte ha detto: "Noi ci siamo, sono gli altri che non ci aiutano". Poi, magari ha invece voluto creare uno strappo con la società. Però, ripeto, non escludo che sia stato un modo per dire, a suo modo, quindi forte, "Cresciamo insieme"".

Lei è stato sempre molto cauto su Eriksen e il suo inserimento nell'Inter.

"Ho espresso i miei dubbi fin dal 29 gennaio dopo aver visto Inter-Fiorentina. Ero seduto da spettatore a San Siro e la gente diceva dopo pochi minuti dal suo ingresso in campo, "Ma non salta l'uomo, non è veloce” e altre cose simili. I tifosi spesso i giocatori non li conoscono. Eriksen è un profilo diverso dagli altri centrocampisti di Conte, ma nel 3-5-2 ci si incastrava poco prima e anche ora. Il nostro è un calcio diverso da quello inglese, lì c'è più spazio e meno tatticismo. Tant'è vero che due big come Zola e Bergkamp, per fare due nomi, hanno fatto molto meglio in Premier che in Serie A".

Ma lei insisterebbe col danese o punterebbe su altri profili?

"Bisogna riprovare a dargli fiducia. Conte lo ha fatto dopo il lockdown, ha cambiato sistema, ma con l'Atalanta si è visto che col 3-5-2 l'Inter ha un'altra marcia, maggiori sicurezze. Eriksen anche al Tottenham entrava poco in area, mentre Conte vuole centrocampisti che si inseriscano di continuo. E' bravo sui calci piazzati, ma non compri un giocatore solo per le punizioni e i calci d'angolo. Però Eriksen è stato un investimento importante, anche a livello d'ingaggio, e non può essere fin da inizio stagione un panchinaro, altrimenti lo si perde ulteriormente, pure a livello psicologico".

Cosa serve all'Inter per ridurre definitivamente il gap con la Juventus? Hakimi, per esempio, sembra un bel partire...

"Con o senza Conte, Hakimi è un ottimo innesto. Ora servirà un Hakimi anche a sinistra, uno, anche se il paragone non farà piacere ai tifosi interisti, alla Theo Hernandez, che salti uomo, che abbia gamba vera. E poi bisogna inserire un big in mezzo al campo, un Lothar Matthaus. Ovvero un giocatore con personalità, carattere e carisma. Uno che faccia crescere chi ha intorno, un po' come ha fatto Ibrahimovic con i giovani del Milan. A noi nel 1988 mancava un leader che esaltasse le nostre qualità: eravamo una buona squadra, con Matthaus diventammo un'Inter vincente".

Se fosse necessaria una cessione importante per svolgere il mercato in entrata, chi sacrificherebbe fra Skriniar, Brozovic e Lautaro Martinez?

"Sono scelte difficili, tutti hanno delle caratteristiche importanti. Ovviamente molto passerà dalla presenza o meno di Conte e dalle sue scelte. Con la sua permanenza e la crescita di Bastoni, forse opterei per Skriniar".

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