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Bergomi: “L’Inter deve crederci, la Coppa può trascinare. Dybala? Sì, ma a un patto”
Intervistato da La Gazzetta dello Sport, l'ex difensore dell'Inter Beppe Bergomi ha parlato della volata scudetto e delle possibilità nerazzurre di arrivare al titolo:
Ha detto: Milan 80% e Inter 20%. Conferma, Bergomi?
«Oggi dico 75% e 25%: un 5% in più all’Inter dopo la vittoria della Coppa Italia. Ma, al contrario di qualche tempo fa, oggi si può dire che è il Milan ad avere il calendario migliore: gli ostacoli “giusti” li ha alla fine. Può andare in difficoltà con squadre come Udinese, Torino, Verona, meno con avversarie come la Lazio, e l’Atalanta, che cercano di giocare e ti lasciano spazi. E il Milan negli spazi si diverte».
Dunque oggi l’Atalanta fa meno paura di una volta?
«Non è svuotata, perché Gasperini la motiva sempre bene, ma dopo due anni in cui ha speso tanto, ho visto solo in poche partite il furore agonistico, il ritmo e il rifiutare la sconfitta che un tempo aveva quasi sempre. Però ha sempre coraggio, in trasferta ha vinto dodici volte e ha la mentalità giusta per non soffrire San Siro: ha fatto la Champions e dunque ha giocato, e vinto, in grandi stadi».
Altri motivi per credere a quel 25%?
«La storia dice che non si può dare nulla per scontato, neanche i finali più scontati: il mio primo anno da telecronista ero a Perugia quando per la Juve sembrava tutto già scritto. L’Inter può affidarsi a questo, ma pensando che deve fare sei punti».
E lei fa capire che già con il Cagliari non sarà facile, giusto?
«Quando si lotta per sopravvivere ci si aggrappa a tante cose e il Cagliari in più ha dei valori: ha sbagliato stagione, non doveva trovarsi lì».
Poi, all’ultima, peggio il Sassuolo o la Samp in casa?
«La Samp credo sarà già salva: peggio il Sassuolo. Puoi batterlo 5-0, ma se trova la giornata giusta, gioca molto bene a calcio. E negli ultimi anni nessuno regala più nulla».
L’Inter giocherà dopo il Milan: vantaggio o svantaggio?
«Questo fattore a due giornate dalla fine non ha più peso specifico. Le cose cambiano per l’Inter solo se il Milan non dovesse vincere: se batte l’Atalanta, deve battere il Cagliari e stop».
Dunque non è finita neanche se il Milan alle otto di sera è a +5?
«Ancora no, se poi l’Inter vince. Deve avere la forza mentale di resistere anche a quel risultato: così dai un segnale da grande squadra, anche per il futuro. I campionati si vincono così, reggendo a certe difficoltà e delle tre squadre in lotta per lo scudetto, Inter e Napoli sono state quelle che mentalmente hanno risentito di più di certe situazioni. Tipo il gol di Tonali alla Lazio: ha condizionato l’Inter contro il Bologna».
L’”ansia scudetto” di San Siro può condizionare il Milan?
«Il Milan è “in flusso”: le cose gli vanno bene perché le fa andare bene. E si è visto con la Fiorentina: il pubblico li trascina, altro che freno».
Può trascinare anche la vittoria della Coppa Italia?
«Tanto, soprattutto all’inizio della partita di Cagliari, quando ci saranno ancora entusiasmo e energie per aggredirla e risolverla il prima possibile. Se invece la partita non si sblocca, puoi pagare il peso delle forze fisiche e nervose spese contro la Juve. Ma l’errore più grande sarebbe pensare: “Vabbé, anche se non ce la facciamo, comunque due titoli li abbiamo portati a casa”».
Aperta parentesi: il Dybala visto in quella finale può servire all’Inter?
«Con altre punte sì: altrimenti, chi va in profondità? Dovresti avere sempre il dominio del gioco, ma con il 3-5-2 non ce la fai. Per inserire lui, servirebbe cambiare qualcosa nel parco attaccanti».
Se l’Inter non dovesse vincere lo scudetto, si potrà dire che l’ha perso?
«No, perché il Milan lo vincerebbe con merito: delle tre, è stata la più solida di testa. E perché Inzaghi ha fatto un grande lavoro, fra novembre e dicembre a volte l’Inter era ingiocabile. Ma per fare quel calcio, ha speso tante energie»
Sarebbe quello il rimpianto?
«Anche il calendario sfalsato. Confrontiamo le prime sei dell’andata con le prime del ritorno: Lazio, Atalanta, Milan, Napoli, più Juve in Supercoppa, Roma in Coppa Italia, il Liverpool. Ma soprattutto il recupero con Bologna: i rinvii sono un fastidio, può cambiare tutto rispetto a quando si doveva giocare. E si è visto».
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