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La Gazzetta dello Sport ha intervistato una delle figure storiche dell'Inter, l'ex capitano Beppe Bergomi. L'ex difensore ha parlato del derby di domani sera col Milan:
«Lo vinci nel momento esatto in cui rifiuti l’idea di perderlo. Ne ho giocati tantissimi e mai una volta non ho dato il 110%. Finalmente si rigioca una partita tra squadre in lotta per l’alta classifica: le pressioni, però, sono più sull’Inter che è stata costruita per lo scudetto. Il Milan deve arrivare tra le prime quattro».
Come si prepara un derby con un solo allenamento?
«È importante avere i nazionali al meglio, poi nel poco tempo a disposizione si preparano bene i dettagli. Ma tanto i punti di forza e quelli deboli dell’avversario si conoscono già... Certo, è logico pensare che i problemi dell’ultima settimana incideranno. L’Inter avrà assenze importanti in difesa, che ha evidenziato già dei problemi. E poi ha perso anche Godin, che garantiva una certa esperienza: può essere un po’ condizionata dalle assenze. Ma la solidità di De Vrij è fondamentale. E poi Conte sarà bravissimo a caricare la squadra sfruttando questa situazione».
E in mezzo chi tra Brozovic ed Eriksen?
«Brozovic sembrava destinato ad andare via, però una volta che lo hai tenuto – e giocando con un centrocampo a tre – uno come Marcelo deve sempre giocare. Davanti alla difesa resta il più bravo nella doppia fase. Brozo deve migliorare nella gestione delle piccole cose e nei messaggi non verbali: quando allarga le braccia non dà messaggi positivi. Eriksen non lo conosco, non so se va stimolato o coccolato. In Premier c’era meno tattica ed emergeva la sua qualità, qui deve ancora adattarsi. Chi però a tutta fascia? Darmian sarebbe conservativo, Perisic è molto più offensivo: ci vuole coraggio ma Antonio ce l’ha»
Le certezze, invece, sono tutte davanti
«Lukaku e Lautaro hanno definitivamente dimostrato di essere giocatori straordinari e determinanti. Il Toro è cresciuto tantissimo e ogni gara aggiunge qualcosa, però in un derby – che vivrà soprattutto di equilibrio emotivo – la fisicità di Romelu potrà essere l’arma decisiva».
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