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Ospite negli studi di Sky Sport della trasmissione '23', l'ex difensore e capitano dell'Inter Beppe Bergomi ha parlato dei nerazzurri e della lotta per lo Scudetto: "Mini fuga? Ancora no, anche se l'Inter ha preso un buon vantaggio sulla mentalità e maturità che sta trasmettendo, ma anche su determinati calciatori che sembravano fuori e ora stanno dando una mano alla squadra. C'è stata la capacità di Conte di aver recuperato tutti. È una squadra in flusso: tutte le cose vanno per il verso giusto. Questa è l'Inter di adesso: ha buon vantaggio ma è soprattutto mentale".
L'ex calciatore è entrato nella 'Hall of Fame' dell'Inter: "È stata una bella soddisfazione. Abbiamo dovuto fare la premiazione in sede, visti i tempi, con Cambiasso. Erano collegati in video Julio Cesar e Milito. Ogni anno - per categoria - i tifosi votano e quest'anno è toccato a noi. Io ho indossato solo quella maglia e la porto nel mio cuore".
Bergomi ha parlato anche della big match del ventiseiesimo turno tra i nerazzurri e la squadra di Gasperini: "L'Atalanta è un ostacolo durissimo per chiunque. All'andata partita bloccata. È finita 1-1 e c'è stato equilibrio. Da capire se l'Inter attenderà l'Atalanta. La squadra di Gasperini è cresciuta ma ora accettare l'1vs1 contro questa Inter e Lukaku è rischioso. Mi aspetto una partita bloccata. Ci sono tanti duelli: da Hakimi-Gosens a Romero-Lukaku. In mezzo al campo bei duelli. Se conosco il Gasp farà giocare Pessina, che andrà a prendere Brozovic per non far ragionare l'Inter. L'Inter non avrà scontri diretti fino al Napoli: se riesce a battere l'Atalanta, allora in chiave Scudetto si può fare un altro tipo di discorso. È innegabile che non avere le coppe rappresenti un vantaggio sia fisico che mentale. Le energie nervose sono tante. Però continuo a pensare che è sempre meglio rimanere dentro. Quando l'Inter ha vinto, era rimasta nelle coppe. Gli infortuni arrivano ugualmente. Le coppe ti condizionano le scelte nella gestione, ma indubbiamente non avere le coppe ti porta a preparare meglio la partita durante tutta la settimana. I giocatori non pronunciano la parola scudetto perché può succedere sempre di tutto"
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