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Bergomi: “Inzaghi deve insistere con Calhanoglu. Decisivo anche a gara in corso”
Intervistato da La Gazzetta dello Sport, l'ex difensore e capitano dell'Inter Beppe Bergomi ha parlato del ruolo di Calhanoglu e dell'avvio di stagione di Vidal:
Bergomi, come giudica l'inizio di stagione di Calhanoglu?
"Aveva cominciato benissimo, col Genoa. In altre partite ha brillato meno ma comunque determina con le palle da fermo, avendo un gran calcio. Poi però ci sono altre situazioni in cui fa più fatica. Se deve lavorare sui 70-80 metri, per Barella e Brozovic non è un problema ma poi dopo ogni rincorsa deve rifiatare. Resterei ottimista, anche se le ultime prove non sono state convincenti".
Prima il turco giocava alto a sinistra nel 4-2-3-1 di Pioli, ora da mezzala nel 3-5-2. Cosa cambia?
"Adesso l'Inter difende e occupa il campo in modo diverso. Il 3-5-2 ti obbliga a scalate diverse, se i due quinti rimangono alti la scalata la deve fare la mezzala. Il campo è più lungo. Da trequartista o da esterno offensivo, in rossonero faceva meno fatica perché doveva scalare in avanti più che indietro. L'anno scorso l'Inter era più corta e compatta, difendeva bassa e poi ripartiva soprattutto con la catena di destra Hakimi, Barella, Lukaku che era devastante. Ora invece Inzaghi porta i 'braccetti' Skriniar e Bastoni molto avanti nella costruzione, quindi le mezze ali non si allargano più ma vanno in verticale. Lavorano in modo diverso".
Quindi crede che quello di Calhanoglu sia un limite più fisico che di testa?
"Non discuto le sue qualità tecniche, lo considero ottimo e anche con un discreto dinamismo. Però il campo così diventa troppo grande per lui".
Se fosse Inzaghi come si comporterebbe?
"Insisterei con Calhanoglu. Anche perché le 5 sostituzioni stanno trasformando il calcio più di quanto si creda. Prima non facevi il primo cambio prima del 65'-70' e ti tenevi il terzo per emergenza. Ora già al 50' puoi programmare una staffetta. Che dia tutto per un tempo abbondante o ti spacchi la partita in corsa, il turco resta importante".
Crede che con un 'martello' come Conte Calhanoglu avrebbe dato di più in termini di sacrificio? In fondo c'era riuscito anche con Eriksen.
"Ogni allenatore segue il suo metodo. Basta guardare Allegri come sta motivando i suoi, il Kulusevski che entra carico e determina il derby negli ultimi 15'. Starà a Inzaghi toccare le corde giuste con Hakan, che non conosco personalmente. E non dimentichiamoci come alla Lazio Simone ha saputo trasformare Luis Alberto. Lui e Calha sono diversi, ma serve sempre un po' di tempo".
Tornando ai Vidal, Vecino, Gagliardini, Sensi...
"Il Vidal di questa stagione mi sta piacendo, entra con disponibilità e cattiveria. Vecino è un assaltatore, ma se gioca lui devi spostare a sinistra Barella. Gagliardini ti dà quantità. Quando tornerà Sensi, credo che Inzaghi lo veda più come attaccante di raccordo. Però se crede in questa idea di calcio propositivo, deve insistere con la qualità di Calhanoglu. Anche perché l'Inter ora deve riconquistare palla più alta, quindi ha meno spazi. E deve sfruttare al massimo la forza fisica degli Skriniar, Dzeko, De Vrij e compagnia sui piazzati. E per innescarli servono gli ottimi piedi di Calha e Dimarco. Uno dei due deve sempre essere in campo. Senza dimenticare che il turco prima o poi segnerà anche da fuori. Ha un gran tiro".
Crede che Inzaghi all'occorrenza potrebbe cambiargli ruolo?
"Potrebbe provare con il 3-4-1-2 per avvicinarlo alla porta, ma così le due punte un po' le allontani perché devono allargarsi per fare spazio al trequartista. E quando doveva recuperare, alla Lazio Inzaghi ha anche giocato a 4 dietro per aggiungere un uomo in mezzo. Ma sono soluzioni estemporanee".
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