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Bergomi: “Inter, Barella ha ragione: bel segnale. Scudetto? Una condizione. Lukaku…”
Beppe Bergomi, ex calciatore dell'Inter e oggi opinionista, analizza sulle colonne de' La Gazzetta dello Sport le dichiarazioni rilasciate dal centrocampista nerazzurro Nicolò Barella proprio alla Rosea:
"Il pensiero di Barella è giusto e condivisibile. E ci mancherebbe che l’Inter non pensi di poter vincere lo scudetto con ventitrè partite ancora da giocare. Con 69 punti a disposizione, tutto può ovviamente ancora succedere: c’è tempo per recuperare e spazio per i sogni tricolore. Nicolò ha ragione: una squadra come l’Inter deve sempre puntare al massimo e se uno come lui – simbolo e leader della squadra di Simone Inzaghi – è convinto che la rimonta sia un’operazione possibile, questo è un bel segnale per tutto il popolo nerazzurro, perché significa che è tutto lo spogliatoio consapevole di potersi ancora giocare lo scudetto nella seconda parte di stagione.
Logico, però, che oggi tutto passa dalla sfida del 4 gennaio, quando al Meazza arriverà il Napoli. Lì non ci sarà altro risultato possibile al di fuori della vittoria, e non è neanche detto che un successo possa stravolgere il futuro. Il Napoli ha un grande margine rispetto alle inseguitrici: avrà subito due test verità contro Inter e Juve dove potrebbe anche permettersi il lusso di fare due pareggi.
In quel caso, Inter e Juve sarebbe quasi tagliate fuori e l’unica squadra che potrebbe trarre vantaggio dalla frenata azzurra sarebbe il Milan, che pure ha ancora un distacco importante. Però, ripeto, è giusto sentir dire da Barella che l’Inter crede nello scudetto, che il titolo resta il primo obiettivo della società e che nulla è cambiato rispetto alle aspettative estive.
Come detto, i punti a disposizione sono tanti e quindi c’è spazio per rientrare. A patto che l’Inter riesca a ottenere una serie di filotti di vittorie. Ossia, sette/otto successi consecutivi, poi magari un pareggio e poi di nuovo sette/otto vittorie di fila.
Le cinque sconfitte nella prima parte di campionato vietano a Inzaghi e ai suoi di poter cadere nuovamente: sarebbe la fine della rincorsa. L’Inter ha chiuso il capitolo pre mondiale vincendo – finalmente – uno scontro diretto. E convincendo. Ed è dalla vittoria contro l’Atalanta che deve ripartire, consapevole che da gennaio in poi le sfide con le altre big saranno tutte decisive. Bisogna invertire il trend della prima parte di stagione per mettersi effettivamente nella condizione di crederci fino alla fine.
E bisognerà anche ritrovare tutto ciò che è mancato nelle prime quindici partite di campionato. A partire dalla solidità difensiva, che resta imprescindibile per una squadra che vuole vincere in Italia. E non parlo di reparto o dei singoli difensori, ma del modo di pensare di squadra, del tornare ad essere sempre equilibrati: se hai la forza di non concedere occasioni agli altri, allora sì che puoi pensare anche di vincerle tutte. Per avere questa forza, però, devi avere un grande contributo da parte degli attaccanti: un mio vecchio allenatore diceva sempre che sono le punte a farti giocare bene. E io sono d’accordo.
Lukaku è l’uomo del destino, il giocatore fondamentale per la rincorsa che vuole fare l’Inter. Se tornerà al top - e io ci credo, perché penso sia ancora l’unico in grado di vincere da solo le partite - allora tutto sarà possibile. Lautaro è ancora troppo altalenante, a Dzeko non si può chiedere di più di quanto sta facendo, Correa purtroppo fa ancora fatica. Ecco, con solidità e un Lukaku in più, l’Inter può crederci. Almeno fino al 4 gennaio: poi, senza vittoria sul Napoli, la corsa scudetto sarebbe già al capolinea. Tirando le somme, oggi l’Inter fa bene a crederci. Ma io, realisticamente, la vedo dura".
(Fonte: La Gazzetta dello Sport)
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