I colleghi di Repubblica si sono affidati all'ex capitano dell'Inter Beppe Bergomi per affrontare l'analisi del momento nerazzurro. Questa l'intervista apparsa sul giornale di oggi:
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Bergomi: “Inter, sarà importante essere duttili. Centrocampo? Mi sento di fare un’osservazione”
Così l'ex capitano dell'Inter ai microfoni di Repubblica
Bergomi, cosa è successo a Reggio Emilia? «L’Inter ha incontrato una squadra ben organizzata, scesa in campo con l’atteggiamento giusto. A centrocampo Magnanelli e Duncan hanno fatto una grande partita».
Ecco, il centrocampo, il reparto meno rinforzato dal mercato nerazzurro. «L’Inter ha fatto una buona campagna acquisti. Non ha riscattato Rafinha per prendere Nainggolan perché aveva bisogno di qualche gol in più. Non bastano Icardi e Perisic. Mi sento di fare solo questa osservazione: se cerchi Modric, vuol dire che pensi di avere bisogno di qualità. Per questo insegui un giocatore capace di fare uscire il pallone velocemente, senza la paura della pressione avversaria».
Chi può svolgere questo ruolo dopo il mancato arrivo del croato? «Nel pre-campionato è stato provato Asamoah, ma l’ex juventino è meglio da esterno. L’Inter ha fatto tanti punti nell’andata dello scorso campionato con Borja Valero protagonista. Bisogna coinvolgere tutti. Anche Candreva che adesso sembra un po’ accantonato. Ma ara la fascia con generosità».
Chi è mancato di più tra gli assenti? «Nainggolan e Skriniar. Ma in generale la squadra ha tante alternative. Sarà importante essere duttili, come fa Allegri che ogni volta lascia fuori qualcuno e cambia sistema di gioco».
Cosa può fare Spalletti? «Luciano conosce tutti i sistemi di gioco. Può passare alla difesa a tre e provare a giocare con due attaccanti. Sia Keita che Lautaro Martinez danno il meglio da seconda punta».
L’Inter ha tre reduci della finale Mondiale: può pesare? «Sì. Il riposo è importante per uno sportivo. Nel ’98 ho affrettato il rientro dopo il torneo in Francia per giocare il preliminare di Champions League: vacanze brevissime e pochi giorni di preparazione. Ho avuto problemi al ginocchio e alla schiena per tutta la stagione. Perisic ha giocato uno spezzone dopo appena nove giorni di allenamenti. Brozovic è tornato prima alla Pinetina perché viene considerato indispensabile».
Una sconfitta alla prima giornata è un brutto segnale. «Ci vuole tempo per giocare da squadra. È vero che Juventus, Napoli e Roma hanno vinto, ma hanno faticato. Non credo che l’Inter debba darsi come traguardo lo scudetto. L’obiettivo è confermarsi tra le prime quattro e superare il girone in Champions».
Per impensierire la Juventus sono più attrezzate Roma e Napoli? «Troppo pochi 90 minuti per escludere l’Inter. A me piace anche il Milan che ha inserito Higuain, Caldara, Laxalt, Castillejo e Bakayoko. Non dimentichiamoci che nel ritorno dello scorso campionato, con Gattuso in panchina, è stata la terza forza della Serie A. L’organico era già ricco di qualità grazie a Bonaventura, Suso e Çalhanoglu. Anche la Lazio farà bene quando si sarà sistemata fisicamente».
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