Beppe Bergomi dice la sua sugli Europei. L’ex capitano dell’Inter e campione del mondo con la Nazionale, ora opinionista a Sky Sport, ha parlato così a La Gazzetta dello Sport dell’Italia e non solo:
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Bergomi: “Italia, credici: mai visto Lukaku fare il lavoro di Immobile”
L'ex capitano dell'Inter e campione del mondo con la Nazionale ha parlato così a La Gazzetta dello Sport degli Azzurri
Perché ci possiamo credere?
“Perché abbiamo consapevolezza che diventa coraggio: è così quando sai cosa fai. Perché siamo organizzati, facciamo bene le due fasi, tutti, e abbiamo talento, tanto. E poi perché dobbiamo fidarci di Mancini: Roberto anzitutto è credibile e anche per questo il gruppo lo segue, quasi ciecamente. Perché è un allenatore che comunica bene: non ti costringe a credere in quello che dice, ti convince a farlo. E come? Anzitutto dando tranquillità, solo la giusta pressione, e indicando il traguardo giusto. Da quanto tempo è che dice di voler arrivare in fondo, che vuole provare a vincere prima l’Europeo e poi il Mondiale? Da quando si è seduto in panchina: subito, la prima cosa che ha detto. Ma è quello l’obiettivo corretto da dare a un gruppo. Ecco dunque che bisogna fidarsi di lui, perché è lui l’artefice di quello che stiamo vedendo e ha avuto ragione: ha creato un gruppo che gioca da club”.
Le altre meno?
“Le altre hanno le caratteristiche delle rappresentative. Facciamo l’esempio delle due rivali che potremmo incontrare più avanti. La Francia ha più individualità di noi, questo è fuori discussione, ma gioca meno di collettivo: in quello siamo più bravi noi, decisamente. E il Belgio? Contro la Danimarca ha vinto una partita che non meritava, anche dopo aver segnato il 2-1 ha rischiato di nuovo, non ha mai dato l’impressione di un dominio totale. Certo, hanno Lukaku, Hazard, De Bruyne: grandi giocatori, ma a questi grandi talenti non ho mai visto fare il lavoro che fanno Berardi, Insigne, Immobile, Jorginho”.
Se l’aspettava un’Italia così?
“Ho seguito molto l’evoluzione di questa squadra e sinceramente mi ha sempre impressionato, lo dicevo anche in tempi non sospetti. In tanti dicevano e dicono: fa così bene perché gioca con avversarie medio piccole. Vero, ma una volta certe rivali non le dominavamo così. La Svizzera era un buon test: superato alla grande. Abbiamo fatto diventare la Svizzera scarsa, ma non è scarsa: siamo stati bravi noi”.
(Fonte: La Gazzetta dello Sport)
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